Il capo dello Stato ha convocato il premier Conte al Quirinale: «Sono molto preoccupato per le sorti dell’ex Ilva. Non tocca a me dare indicazioni su come risolvere la questione, ma chiedo all’esecutivo di agire il più rapidamente possibile per trovare una soluzione veloce e positiva sia a questa crisi aziendale, che a quelle di Alitalia e di Whirpool». Per il presidente, «il lavoro e l’occupazione son la questione prioritaria e più importante per il Paese».
Il premier, naturalmente, si è dichiarato «completamente d’accordo», ripetendo ciò che va dicendo da giorni il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri: «Gli stabilimenti ex Ilva sono un asse strategico nazionale e posso garantire che non chiuderanno, l’occupazione sarà tutelata». Del resto le acciaierie controllate dal colosso franco-indiano sono le più grandi d’Europa, valgono l’1,4% del Pil nazionale e occupano 20 mila persone, tra dipendenti e indotto.
Ora bisognerà capire se ArcelorMittal «è disposta a trattare o se resterà su posizioni inaccettabili, continuando a chiedere 5 mila esuberi e una produzione di acciaio di appena 4 milioni di tonnellate all’anno, contro gli 8 milioni garantiti nel contratto con gli impianti a regime», spiegano al ministero dell’Economia.