Trento, 30 ottobre 2019. Anche se la lancetta potrebbe tornare tranquillamente indietro di almeno 40 anni, perché il clima è quello teso degli anni Settanta.
In via Verdi, di fronte alla Facoltà di Sociologia, si sono raggruppati già dal pomeriggio gli studenti del collettivo di estrema sinistra ReFresh, che nei giorni scorsi aveva minacciato di interrompere la conferenza sulla Libia della firma de il Giornale Fausto Biloslavo. Dall’altra parte di via Verdi, un gruppo di studenti che ha organizzato un sit in in difesa del giornalista, distribuendo un volantino in cui campeggia la scritta “Fuori i brigatisti dall’Università, basta con le minacce”. A favore quindi della libertà di parola e della democrazia.
I due gruppi, poco prima della conferenza, si sono scontrati e sono volati ombrelli, schiaffoni e pugni. Un momento tesissimo, che ha costretto la polizia a intervenire e sedare gli animi. La conferenza di Biloslavo inizia con mezz’ora di ritardo, vista la grande tensione. Tuttavia, il collettivo non demorde e fuori dall’aula Kessler di Sociologia divampa con la protesta. L’obiettivo è quello di disturbare e interrompere i relatori battendo i pugni sulle porte e grida di ogni tipo e insulti. E in parte ci riescono perché i relatori, Biloslavo compreso, fanno fatica a parlare e la conferenza prosegue con grande difficoltà per via dei disturbatori. “Merde, fuori i fascisti dalle università” i loro slogan.
Uno slogan vecchio e che dimostra come la tolleranza e il rispetto della libertà di parola non siano mai stati appanaggio di una certa ideologia politica che preferisce sempre far tacere il dissenso. Anche quando queste parole in realtà dovrebbero rispecchiare quello che la sinistra predica da anni, ad esempio le durissime condizioni dei migranti nei centri di detenzione libici.