Sono 200 gli studenti che hanno frequentato alcuni corsi a Villa Mirafiori nel maggio scorso, individuati dalla Asl Roma 1, che sono già stati contattati o verranno raggiunti nei prossimi giorni per ricevere l’invito a sottoporsi al test Mantoux ed essere sicuri di non essere stati contagiati dalla Tbc.
“Tutto è nato in seguito a un caso di tubercolosi in uno studente della Sapienza, la cui diagnosi è stata confermata a settembre – spiega all’AdnKronos Salute Enrico Di Rosa, dell’Uoc Servizio Igiene Sanità Pubblica (Sisp) della Asl Roma 1 – A quel punto ci siamo attivati e, dal momento che la contagiosità si manifesta circa 3 mesi prima dell’inizio dei sintomi, abbiamo ipotizzato che il giovane potesse essere contagioso nell’ultimo periodo di frequenza delle lezioni”. Così è scattata la ‘caccia’ a quanti avevano seguito gli stessi corsi. Una vicenda che non ha mancato di suscitare allarme fra gli studenti della Sapienza.
“Il rischio di contagio però è molto basso – tranquillizza l’esperto – e gli ambienti in cui lo studente ha sostato erano ampi. In ogni caso, appena avuta la conferma della diagnosi, abbiamo contattato la Sapienza per risalire a quanti avevano frequentato alcuni corsi di filosofia nel mese di maggio. Nessun ritardo, dunque – sottolinea – i tempi sono quelli previsti dal protocollo. La tubercolosi ha tempi biologici piuttosto lunghi: scanditi con i mesi e non con i giorni. Ci abbiamo messo un po’ per individuare i soggetti coinvolti, con l’aiuto dell’ateneo: 140 studenti sono appartenenti ad altre Asl, non solo di Roma, che li contatteranno. Mentre i 60 della Asl Roma 1 sono stati già raggiunti e invitati a ritirare l’impegnativa per poi recarsi in ambulatorio e sottoporsi al test”.
Il test Mantoux è usato per rilevare la presenza in un individuo di una infezione anche latente da Mycobacterium tuberculosis, il micobatterio della tubercolosi. “Questo esame – precisa Di Rosa – permetterà di individuare chi è più a rischio di ammalarsi: solo in questi casi verrà proposta la profilassi con una terapia antibiotica”.
Per i ragazzi che appartengono ad aziende sanitarie differenti dalla Asl Roma 1, verrà o è già stata attivata la stessa procedura dalla Asl di competenza, assicura l’esperto. “Lo studente colpito da tubercolosi ora sta bene – aggiunge – E la situazione non deve suscitare allarme: si è preferito agire in maniera conservativa”, ovvero estremamente prudente, “ma il rischio di contagio – rassicura Di Rosa – è basso”. ADNKRONOS