di Guido da Landriano – Dopo la sonora bocciatura del candidato commissario francese, Sylvie Goulard, Macron è stato obbligato a presentare un nuovo commissario ed è riuscito a scegliere quello peggiore, che metterà nuovamente in difficoltà le commissioni parlamentari: Thierry Breton.
Breton è stato ministro delle finanze con Jacques Chiraq, prima di passare a France Telecom. Qui ha guidato la trasformazione in Orange, ma in un modo che molti hanno definito molto discutibile, con 27 mila licenziamenti. L’ambiente creato da Breton nella società è stato così buono che, successivamente, la società è stata colpita da un’ondata di suicidi danto che i manager sono attualmente sotto processo. Quindi il candidato è passato a dirigere il gruppo ATOS, portandone il fatturato a 122 miliardi, sedendo nello stesso tempo nel CDA di Carrefour,AXA e di Bank of America. Nel gruppo ATOS ha guidato operazioni di interesse europeo, come la vendita di Canal+ Technologies a Thomson ed ha rsponsabilità anche all’interno della difesa della Francia.
Oltre a questo Breton è un ultraliberista immigrazionista, che vuole 25 milioni di migranti nell’unione da qui al 2050, membro dell’Aspen Insitute ed ex membro del CdA di Rothschild Cie. Preaticamente la quintessenza dell’ultraliberismo, Macroniano di ferro ed intreccio di conflitti di interessi molto complessi. La sua nomina è stata subito duramente criticata dalla leader del Rassemblement National, Marine Le Pen: “Ha licenziato 27 mila lavoratori a France Telecom. Ha privatizzato le autostrade ad un prezzo ridicolo, Vuole il pensionamento a 67 anni e vuole che accogliamo dai 20 ai 25 milioni di migranti da qui al 2050“. “Ha nominato il simbolo del Macronismo”.
La sua nomina non è stata presa neppure bene da parte della sinistra dove c’è il partito francese di opposizione “France Insoumise”, Manon Aubry ” Macron sta giocando con il fuoco”. Anche i verdi, con Yannick Jadot, hanno espresso delle forti perplessità legate ai grandi conflitti di interessi per i ruoli che ricopre e che ha ricoperto.
A queste critiche Macron ha scrollato le spalle. La sua nomina è una pura provocazione verso il PArlamento e la Von Der Leyen. Hanno respinto un candidato con dei problemi? Bene ne presento uno anche peggiore. Vedremo se le commissioni si vorranno piegare alle sue richieste o rimanderanno a casa il suo candidato per la seconda volta.
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