di Fabio Lugano – La Russia, che aveva sottoscritto i protocolli di Kyoto ed aveva firmato anche il trattato di Parigi voluto da Macron, ingrana la marcia indietro. Come riporta il quotidiano economico russo Kommersant la nuova legge per la limitazione delle emissioni di anidride carbonica parte “Su base volontaria”. La formulazione iniziale prevedeva un sistema di “Unità di Carbonio” che le aziende avrebbero dovuto avere per poter emettere anidride carbonica e quindi la definizione di un sistema centrale dis cambio delle quote, un vero e proprio mercato. Dopo però le forti proteste da pare del ministero dell’industria, dell’energia e dell’associazione degli imprenditori il sistema delle quote è stato completamente cancellato.
In realtà il sistema delle quote di emissioni non è cancellato, ma viene affrontato in modo molto razionale: invece di porre quote senza conoscerne l’efficiacia e senza avere idea degli effetti della CO2 si è deciso di dare precedenza ad un sistema di rilevamento affidabile ed alla realizzazione di un piano strategico di intervento. Questa cautela sicuramente deluderà gli ecologisti più radicali, ma nello stesso tempo è anche coerente con la necessità di non accentuare un rallentamento economico già presente.
Questo non impedirà ad alcuni grandi progetti di partire comunque, anche se su base volontaria, come quello che pochi giorni fa ha annunciato il colosso petrolifero Lukoil. Curiosamente fra le società più attive della decarbonizzazione in tutto il mondo ci sono proprio quelle petrolifere: non è che ci sia qualche interesse non chiaro che lega le due operazioni?
Comunque l’abbandono di questa strategia potrebbe portare, in futuro, ad una tensione commerciale fra la Russia ed un’Europa che sembra in mano ad un oltranzismo ecologista.