Nonostante i giornali di regime non facciano che ripetere che l’euro e’ stato un grosso successo la realta’ e’ che la moneta unica e’ stata un grosso fallimento e lo dimostra il fatto che chi non l’ha adottata ha una crescita superiore. A tale proposito e’ degno di nota come pochi giorni fa il settimanale tedesco Focus ha pubblicato un articolo degli economisti austriaci Mark Friederich e Matthias Weik in cui spiegano perche’ e’ necessario smantellare l’euro.
I giornali italiani hanno completamente censurato questa notizia nonostante cio’ che c’e’ scritto riguardi anche l’Italia. Riportiamo l’articolo con la traduzione di Oscar Amalfitano pubblicato da Vocidallestero.it, che ringraziamo.
Gli economisti Weik e Friederich: è giunto il momento di smantellare l’euro.
Una citazione molto bella recita: “La follia è fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi”. Eppure, sembra essere proprio questo il motto della Banca centrale europea (BCE) dallo scoppio della crisi finanziaria del 2008. Non c’è altro modo per spiegare una cura della crisi sempre uguale a se stessa e mai realmente efficace. L’ultima crisi è stata causata da tassi di interesse e costo del denaro troppo bassi, ma la BCE non cambia di una virgola: tassi ancora più bassi e denaro a prezzo discount. Una politica folle, destinata a fallire senza pietà. Si può usare la macchina stampasoldi per spostare i problemi in un futuro non precisato, ma non è questo il modo per risolverli.
A differenza delle controparti statunitensi della Fed, la BCE non ha aumentato i tassi dopo la crisi. Al contrario, Draghi passerà alla storia come il primo capo della BCE che non ha mai alzato i tassi di interesse, ma li ha solo abbassati. Pertanto, dal 2016, non solo abbiamo tassi di interesse pari a zero, ma le banche pagano persino sanzioni sui loro depositi presso la BCE.
La BCE comprerà ancora più titoli di Stato
I sintomi si avvertono da anni. Molte banche hanno introdotto commissioni per la manutenzione del conto, le filiali vengono chiuse, gli sportelli automatici dismessi, i servizi ridotti all’osso e le fusioni diventano necessarie – perfino tra una cassa di risparmio e una banca popolare! E ora il presidente uscente Draghi lascia a noi un amaro regalo di addio e al suo successore, Christine Lagarde, un pericoloso dono di benvenuto. Draghi ha nuovamente abbassato il tasso di deposito a meno 0,5% e, a partire da novembre, inizierà un nuovo programma di acquisti che prevede volumi di 20 miliardi di euro al mese. L’ultimo programma è stato pari a 2,59 bilioni di euro ed è terminato solo alla fine del 2018. Neanche nove mesi dopo, Draghi si è sentito obbligato a dare il via a un nuovo piano di acquisto. Di quante prove hanno bisogno i nostri politici per capire che l’euro sta morendo?
Dal 1° novembre la BCE, sotto la guida della sua nuova sovrana Christine Lagarde, utilizzerà denaro generato al computer per acquistare ancora più obbligazioni da Stati praticamente in bancarotta, come l’Italia o la Grecia, oltre a titoli delle cosiddette società zombi che sono state a lungo insolventi. In breve, la BCE farà tutto ciò che è in suo potere per mantenere in vita questo disastroso esperimento valutario chiamato euro, condannato al fallimento fin dalla sua nascita.
L’euro distrugge l’Europa, il nostro benessere e le nostre banche
I fatti: l’euro separa l’Europa invece che unificarla. La moneta unica è troppo debole per la Germania e troppo forte per i paesi dell’Europa meridionale. Affinché gli Stati del Sud possano riguadagnare la propria competitività dovrebbero svalutare le proprie valute. Tuttavia, ciò è impossibile nella gabbia valutaria dell’Eurozona. Di conseguenza, i paesi dell’Europa meridionale non saranno mai in grado di compiere progressi economici all’interno della moneta unica. Pertanto, non ha alcuna rilevanza quanto denaro possa essere trasferito dal Nord al Sud Europa.
L’euro è tutt’altro che una valuta stabile. Dalla sua introduzione ha già perso il 30% del suo potere d’acquisto. A causa dei bassi tassi di interesse sono in sofferenza i soggetti più disparati, dai proprietari di libretti di risparmio in banca, alle società che stipulano polizze sulla vita, passando per tutti i fondi sanitari e pensionistici.
Il risparmiatore è lo stupido, la povertà in vecchiaia pre-programmata
Le conseguenze della politica della BCE sono serie. I risparmiatori saranno puniti, i debitori premiati. Se i cittadini tedeschi dovessero iniziare effettivamente a consumare non solo i loro risparmi, ma anche a fare debiti e di conseguenza a non essere più in grado di rendere economicamente sicura la loro vecchiaia, dovremo prepararci a un’ondata di povertà in grado di superare ogni immaginazione. Chiunque scelga di accettare questa deriva per mantenere in vita un euro condannato in partenza non solo è incredibilmente irresponsabile, ma anche profondamente antisociale.
I prezzi delle azioni e degli immobili continuano a salire
Come prima e più di prima, le banche si vedranno costrette ad essere ancora più generose nei prestiti. Di conseguenza, un numero sempre più grande di cittadini acquisterà immobili incredibilmente costosi, che non possono permettersi affatto, con denaro che in realtà non hanno e non dovrebbero mai ottenere in prestito. Dal 2009 i prezzi dei condomini sono quasi raddoppiati nelle sette maggiori città tedesche. Questa tendenza è destinata a continuare fino allo scoppio di una nuova bolla.
In passato, le gravi conseguenze di una bolla immobiliare che scoppia sono state vissute direttamente sulla pelle da molte persone, specialmente negli Stati Uniti, in Irlanda e in Spagna. I partiti che si lamentano dell’aumento degli affitti, che invocano un tetto ai prezzi delle locazioni, ma che parallelamente sostengono l’euro, hanno perso ogni credibilità. Chi se ne infischia del politically correct userebbe l’aggettivo “ipocrita” per descrivere questo atteggiamento.
Anche sui mercati azionari il denaro a buon mercato finirà per creare una gigantesca bolla. I fondi ETF sono aumentati di cinque volte dalla crisi finanziaria (da 716 miliardi di dollari a oltre 4,68 bilioni di dollari). La bolla destinata a scoppiare sui mercati azionari sarà di gran lunga peggiore di quella del 2009.
Tassi di interesse negativi, acquisti di titoli e unioni bancarie sono alle porte
Invece di porre fine all’esperimento valutario dell’Euro dobbiamo prepararci ad ulteriori misure draconiane. La BCE e l’UE faranno tutto il possibile per mantenere in vita l’euro il più a lungo possibile e rimandare il proprio fallimento a un futuro più lontano possibile. È solo una questione di tempo prima che i tassi di interesse subiscano un ulteriore ribasso e i programmi di acquisto continuino a salire. È probabile si giunga a un tasso di interesse negativo fino a – 5%. Tuttavia, ciò sarà possibile solo se il denaro verrà fortemente limitato, seguiranno pertanto inevitabili restrizioni al prelievo di contanti. Il programma di acquisto è di certo destinato a crescere. In futuro, la BCE non acquisterà solo obbligazioni, ma anche azioni, come la Banca nazionale svizzera (BNS).
La Banca nazionale svizzera possiede ora azioni di 6.600 società. Il valore dei soli titoli statunitensi è di poco inferiore ai 90 miliardi di dollari. Fra non molto le porte della scelleratezza saranno spalancate e vivremo definitivamente nell’era dell’economia pianificata delle banche centrali. Inoltre, l’attuale politica tedesca non riuscirà a frenare per sempre un’unione bancaria comunitaria. Ciò significa che in futuro noi risparmiatori saremo anche responsabili per le fatiscenti banche dell’Europa meridionale. Tra non molto sarà inevitabile e necessario ritirare i propri risparmi dalle banche. Sempre che ciò sia ancora possibile.
Le nostre previsioni:
– non appena la recessione nella zona euro avrà pieno effetto, i tassi di interesse verranno ulteriormente ridotti;
– i programmi di acquisto di titoli di Stato aumenteranno drasticamente;
– le passività Target2 della Germania supereranno il bilione;
– sempre più banche in Europa scompariranno dalla scena e le grandi banche europee perderanno completamente il collegamento con la cima del mondo;
– le bolle del mercato finanziario si gonfieranno sempre di più: azioni, obbligazioni, ETF e proprietà immobiliari.
La Dexit, l’uscita della Germania dall’euro, è meno costosa sul lungo termine
È evidente che si rimarrà ancorati all’euro fino alla sua amara capitolazione. Quanto tempo impiegheranno i politici a rendersi conto che l’esperimento valutario dell’euro è destinato al fallimento? L’euro non sopravvivrà a una seconda recessione e la BCE non sarà in grado di assorbirla. Quando realizzeranno i nostri politici che l’euro sta separando l’Europa anziché unificarla sotto una bandiera comune? Quanto durerà la massimizzazione del danno economico? Quando prevarrà la consapevolezza che una Dexit dall’Eurozona è sicuramente la soluzione a lungo termine meno costosa?
Questo è il momento di gestire la fine dell’euro in modo controllato, perché se la moneta unica dovesse collassare con violenza, i costi, sia sociali che monetari, sarebbero molto più alti. Indubbiamente, una Dexit porterebbe con sé anni scuri e pesanti come macigni. Un crollo incontrollato dell’Eurozona, tuttavia, sarebbe il caos e avrebbe conseguenze ben più drammatiche di un decennio perduto. È tempo di affrontare la realtà ed evitare danni ancora maggiori per la Germania e per l’Europa. Per quanto tempo i cittadini di questo paese sosterranno ancora l’esperimento dell’euro? O meglio, per quanto tempo saranno ancora disposti a pagarne la follia?
Consigli agli investitori
Ora il motto deve essere: coperture, costruzione di contrappesi e diversificazione. È necessairo lasciare perdere i titoli a reddito fisso e concentrarsi sui beni materiali. Finché è ancora possibile acquistate metalli preziosi, perché la BCE può stampare una quantità infinita di euro, ma non un grammo di oro o di argento. Finché viene stampato denaro i mercati azionari continueranno a salire, ma lo scoppio della bolla non sarà rimandato per sempre. Lo stesso vale per gli immobili. Chiunque acquisti ora, deve valutare attentamente se in futuro troverà ancora uno stupido acquirente disposto a pagare ancora di più.