di Diego Santi
Il presidente Conte, il 10 settembre scorso, nel discorso inaugurale per il suo secondo incarico, ha chiaramente detto che l’impegno del governo è quello di ridurre le tasse sul lavoro, il cosiddetto cuneo fiscale, a totale vantaggio dei lavoratori, e individuare una retribuzione giusta.
Il 05 settembre, una risoluzione dell’Agenzia delle Entrate, emanata sulla scorta di una recente sentenza della Corte di giustizia dell’Unione Europea, stabilisce che d’ora innanzi chi dovrà conseguire una patente di guida, dovrà pagare il 22% d’IVA.
A fine agosto appaiono articoli dove si evidenzia che il MEF (Ministero dell’economia e finanze) ha in programma di aumentare l’IVA a partire dal 2020 dal 22 al 25,2 % e quella agevolata dal 10 al 13% per chi paga in contanti
Nei giorni successivi alla formazione del nuovo governo le principali testate giornalistiche annunciano la proposta del Movimento 5 stelle, nella quale si prevederebbe l’aumento dal 10 al 23 per cento dell’Iva per i settori a maggior rischio di evasione come ad esempio ristorazione, alberghi e manutenzione della casa. Questo aumento sarebbe sostenuto solo dai consumatori che pagano in contante al ristorante o in albergo, mentre per chi paga con carta di credito o con altri strumenti elettronici entrerebbe in vigore un meccanismo di rimborso.
La motivazione di tutto questo? Combattere l’evasione fiscale.
A mio modesto parere, pur essendo convinto che il progressivo utilizzo della moneta elettronica possa rappresentare un progressivo metodo di riduzione dell’evasione fiscale, sono convinto che l’aumento dell’IVA per chi paga in contanti, ovvero, l’aumento dell’IVA per tutti con il meccanismo di rimborso per chi usa moneta elettronica, possa incentivare il sommerso anziché ridurlo e possa gravare sul settore turistico.
In realtà, dietro alla discutibile intenzione di combattere l’evasione fiscale con questo metodo, la proposta del M5s si inserisce nella necessità di trovare risorse per la prossima manovra economica. Se Bruxelles concedesse una dozzina di miliardi all’ITALIA, così come presumibilmente accadrà, ci sarebbero i soldi necessari per sterilizzare totalmente gli aumenti dell’IVA senza chiedere troppi sacrifici agli italiani.
Non scordiamoci però che così facendo, resterebbe poco o niente per le atre misure che imporrebbero la necessità di una manovra di circa 35 miliardi di euro.
Se poi a questo inseriamo il taglio del cuneo fiscale o rivedere le aliquote Irpef, il costo della legge di Bilancio dovrebbe salire fino a 45 miliardi almeno. .
Ecco che il gettito che lo stato incasserebbe sull’aumento dell’IVA con il meccanismo della restituzione sotto forma di credito d’imposta e ristoro monetario, permetterà in buona parte di incamerare le risorse necessarie per le misure previste nella nuova legge di bilancio. Diciamo la verità.
Ma se ci permettessero di portare in deduzione tutte le spese, e per tutte intendo proprio TUTTE, dallo scontrino del caffè, alla ricevuta del ristorante o albergo, al piccolo lavoro domestico, senza artifizi della serie TI AUMENTO L’IVA E POI TE LA RESTITUISCO, si combatterebbe con uno strumento forte l’evasione, permettendo a tutti noi di pagare le tasse sul VERO netto.
Guadagni 50.000 euro all’anno.
Per lavorare e vivere ne spendi 30.000 compreso caffè, paghi le tasse sui restanti 20.000.
Se poi ti pizzico che evadi, in base a quanto hai evaso, vai in galera.
Voglio sapere il vostro parere.
Da Diego Santi, per il momento è tutto ….. al prossimo video.