Prof Sinagra: ”sono seriamente preoccupato dall’attuale regime”

prof. Augusto Sinagra

Non sono né allarmista e meno ancora complottista. Anzi d’abitudine sono ottimista e vedo sempre in positivo.
Ora, viceversa, sono seriamente preoccupato dall’attuale regime – perché di regime ormai si tratta – che mostra apertamente il suo volto truce ed oppressivo.

È difficile indicare tutti i “segni” della attuale deriva antidemocratica e illiberale.
Basta riflettere sul progetto di tassare i prelievi bancari e cioè tassare il nostro denaro che è già al netto di tante e diverse tasse ferocissime. Si dice che questo serve come strumento antievasione. Non è assolutamente vero. L’evasione la si fa e la si deve combattere in altro modo. Questa nuova e ignobile misura è una spudorata misura di controllo, di ricatto e di condizionamento per i cittadini. Non ci si dimentichi quello che è accaduto in Grecia.

A questo si aggiungono le misure repressive adottate dalla cosiddetta “rete”. Mi riferisco ai “social”. Il regime si è reso conto della loro pervasività e di quanto essi contrastino efficacemente l’asservimento della stampa e delle reti televisive. Il popolo non deve sapere i misfatti che si compiono, le ingiustizie sociali, la svendita della nostra economia, della nostra indipendenza e della sovranità dello Stato.

I cani da guardia del regime non si fermeranno qua. Ora sono stati espulsi dai social alcuni movimenti politici sempre ammessi peraltro a partecipare ad ogni tipo di votazione; dunque legittimi sul piano costituzionale e conformi alle leggi ordinarie.

I guardiani del regime stringeranno sempre di più la loro morsa soffocante e ci saranno presto nuove vittime di questa vergognosa repressione: cittadini e associazioni.

Gli sbarchi dei clandestini africani sono ripresi in grande stile ma i mezzi di informazione hanno avuto l’“ordine” che non si deve parlare più della ripresa dell’invasione.

I mezzi d’informazione continuano a diffondere notizie false: quella soprattutto dell’accordo in sede di Unione europea della ripartizione dei clandestini. Non esiste nessun accordo. L’ipotesi sarebbe soltanto che la ripartizione riguarderebbe quelli che hanno diritto allo “status” di rifugiati che sono mediamente il 7% dei clandestini che arrivano in Italia. Il 93% rimarrà in Italia che diventerà veramente un immenso campo di raccolta di nuovi schiavi e di sbandati, molti dei quali si dedicheranno al crimine.

Quale sia il motivo di tutto ciò non lo so, ma è certo che si è in presenza della esecuzione consapevole da parte del governo di un progetto ben definito e sostenuto in modo martellante da un pampero argentino che il bellimbusto pugliese ha avuto la sfacciataggine e la tracotanza di incontrare in pendenza di incarico per la formazione del governo. Cosa si siano detti non lo so, ma è facile immaginarlo.
Niente più mi stupirebbe da questo occupante del Soglio di Pietro il quale, da ultimo, ha dichiarato che un eventuale scisma della Chiesa cattolica poco gliene importa; che chiama “cani” chi non la pensa come lui; che annuncia che la pur inesistente xenofobia in Italia sarà sconfitta da “invasioni potenti”.

Perché tutto questo sia accaduto lo spiegheranno forse i libri di storia che io non leggerò poiché farò ancora in tempo, per la mia età, a morire italiano e cattolico nonostante questo governo e nonostante questo Papa.

A fronte di questo progetto che sempre più sfacciatamente si porta avanti, vi è un aspetto positivo: i responsabili di tutto questo hanno paura, hanno una terribile paura.
Questa paura sarà la loro rovina perché noi siamo i testimoni e la causa del loro terrore.

AUGUSTO SINAGRA