L’Arabia Saudita starebbe utilizzando navi e supporto francese per implementare l’embargo contro lo Yemen, un embargo che è stato criticato dalle Nazioni Unite perché contribuirebbe alla morte di migliaia di persone nel Paese falcidiato dalla guerra civile dal 2014. A mettere in imbarazzo Parigi un’inchiesta del media indipendente di giornalismo investigativo Discolose, che insieme a Radio France aveva già rivelato che una corvetta venduta dalla Francia all’Arabia Saudita ha partecipato al blocco marittimo nello Yemen.
Questa settimana i due media hanno anche portato prove visive delle loro accuse, e hanno anche rivelato l’esistenza di un contratto di manutenzione delle fregate del Paese stipulato con una società francese. Come racconta Le Nouvel Observateur in un video, risalente all’ottobre 2015, la corvetta degli Emirati “Al Dhafra”, prodotta dall’industria delle armi francese, intercetta una nave commerciale indiana nello stretto Bab-el-Mandeb, nello Yemen sudoccidentale. Al 2017 risalgono invece altre immagini mostrano le fregate “Al-Dammam 816” e “Al-Madinah 702”, fornite dalla Francia alla marina saudita, che ispezionano una petroliera che veniva a rifornire lo Yemen, vicino al porto di Hodeida, luogo in cui transita la maggior parte degli aiuti umanitari.
I contratti per la manutenzione delle navi
L’inchiesta ha anche pubblicato le prove di un contratto con cui la società francese CMN (Constructions mécaniques de Normandie) ha assicurato la manutenzione della flotta degli Emirati, nonché dei contratti di manutenzione per fregate saudite firmate nel 2013 da Naval Group, una società in cui lo Stato francese è l’azionista di maggioranza, e i cui benefici sono continuati dopo lo scoppio del conflitto nello Yemen e almeno fino alla fine del 2018.
La crisi umanitaria
Nel paese il conflitto iniziato nel 2014 come guerra civile si è internazionalizzato nel 2015 con l’intervento della coalizione guidata dall’Arabia Saudita. Lo Stato è colpito da una carestia che minaccia milioni di civili tra cui molti bambini. Per le Nazioni Unite, è “una delle crisi umanitarie più gravi al mondo”.