La scorsa autorità della Nigeria hanno imposto la chiusura della sede dell’organizzazione non governativa Azione contro la fame (ACF) a Maiduguri, capoluogo dello stato nord-orientale del Borno, accusando i suoi cooperanti di “favorire i terroristi” del gruppo estremista islamico Boko Haram nella regione.
In un comunicato pubblicato sul loro sito e ripreso da Agenzia Nova, l’Ong riferisce che i militari hanno imposto con la forza la chiusura della sede mercoledì scorso. “Questa decisione, senza preavviso e senza alcuna spiegazione, mette a rischio l’assistenza fornita da Azione contro la fame alle persone più vulnerabili nello stato di Borno e interrompe, con effetto immediato, l’assistenza fornita a milioni di persone a Maiduguri, Monguno e Damasak”.
L’Ong aggiunge che gli aiuti da lei forniti a “gruppi vulnerabili” sono “neutrali, imparziali e indipendenti” da qualsiasi indirizzo politico, e segnala che la decisione dell’esercito interrompe, con effetto immediato, l’assistenza fornita a milioni di persone a Maiduguri, Monguno e Damasak.
Secondo quanto riferiscono i media locali, il portavoce militare Ado Isa ha dichiarato che l’Ong ha fornito cibo e droghe ai jihadisti, sostenendo di avere prove credibili per dimostrarlo. “Le azioni sovversive di Azione contro la fame sono continuate nonostante diversi avvertimenti a desistere dall’aiutare e favorire i terroristi e le loro atrocità”, ha dichiarato Isa in una nota.
I vertici della Ong hanno negato di aver ricevuto avvisi o moniti da parte delle autorità, e hanno annunciato che presenteranno ricorso in tribunale contro la decisione militare. L’Ong invita inoltre “le autorità competenti a consentirci di continuare il nostro lavoro nella regione”.
Come ricorda Rfi, dallo scorso luglio, sei dipendenti di ACF sono detenuti dalla filiale di Boko Haram, affiliata all’ISIS, che l’esercito li accusa di “aiutare” oggi.
L’ultimo attacco di Boko Haram nella zona risale a giovedì, quando almeno 9 persone sono state uccise nel villaggio nigeriano di Aljilati Ngomari vicino a Maiduguri, quattro con arco e frecce mentre altre cinque a colpi di machete.