La procura di Bruxelles conferma che il ministro degli Esteri e vicepremier belga, Didier Reynders, nominato meno di una settimana fa commissario europeo alla Giustizia, è sotto indagine per corruzione e riciclaggio di denaro sporco. L’inchiesta è partita, secondo quanto scrive il giornale De Tijd, dalle rivelazioni un ex-agente dell’intelligence belga che si sarebbe presentato alla polizia federale con una serie di accuse a carico del commissario in pectore alla Giustizia e di un suo collaboratore. Il caso Reynders – oltre a colpire un esponente di spicco del Movimento Riformatore, formazione politica del centrodestra belga – diventa ennesimo motivo d’imbarazzo per la nascitura Commissione Ue guidata da Ursula von der Leyen, anche lei sotto indagine per spreco di denaro pubblico.
Le tangenti – – Nicolas Ullens de Schooten, questo è il nome dell’ex-agente di sicurezza che punta il dito contro Reynders, lo scorso 2 aprile si sarebbe presentato al comando generale della polizia di Bruxelles per denunciare una serie di illeciti dei quali era venuto a conoscenza quando lavorava alla divisione economica del servizio di sicurezza del Belgio. Dal suo interrogatorio emergono accuse su un giro di tangenti legate alla costruzione dell’ambasciata belga di Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo (ex colonia del Belgio). Secondo l’ex-007 belga le mazzette sarebbero state pagate da trafficanti d’armi e da un politico locale. L’accusatore avrebbe fornito elementi sui nomi degli intermediari e delle società coinvolte.
Il riciclaggio – – La stampa belga riferisce anche i metodi utilizzati nel presunto riciclaggio del denaro sporco proveniente dall’ex-colonia del Belgio. Viene tirato in ballo un antiquario che, secondo le accuse, avrebbe stretto forti legami con Reynders aiutandolo a commerciare oggetti di valore per “riciclare piccole somme di denaro”. Stando alla ricostruzione dell’ex-agente, il grosso dei soldi sporchi sarebbe stato invece “ripulito” da un terzo soggetto che avrebbe concluso operazioni di compravendita immobiliare e transazioni di danaro verso paradisi fiscali. Nel fascicolo in mano agli inquirenti ci sarebbe anche il nome di un cittadino olandese che avrebbe agevolato gli spostamenti di liquidità offshore.
Le reazioni – – Su richiesta dei giornalisti belgi, la procura di Bruxelles ha confermato che “è in corso un’indagine”, ma che è ancora ferma alle battute iniziali. Incalzato dai cronisti, Reynders afferma: “Non sono assolutamente a conoscenza dell’indagine”. Assicura quindi di aver chiesto al suo legale di mettersi in contatto con gli inquirenti per difendere i suoi diritti e negare ogni accusa. Il portavoce del politico belga ipotizza invece che si tratti di “una montatura di un uomo malvagio che cerca in continuazione di danneggiarci”. Per il momento, non vengono riportate reazioni da parte dell’accusatore.