PARIGI – La campagna elettorale per il ballottaggio delle presidenziali in Francia. Il candidato socialista François Hollande, nettamente in testa nei sondaggi (è accreditato di un 54% al turno decisivo), sembra scegliere una linea più ferma sull’immigrazione clandestina
Hollande ha fatto riferimento alla crisi economica per affermare che “limitare l’immigrazione di natura economica è necessario”. Se eletto alla presidenza, spingerà il parlamento a “fissare il un tetto annuale” al numero di immigrati in Francia: “Non credo che avremo mai zero immigrazione, credo che vi sarà sempre un certo tasso di immigrazione clandestina. Possiamo ridurne il numero? Di questo si deve discutere”, ha aggiunto. Diverso è il discorso sull’ingresso di studenti stranieri: “La loro presenza nelle nostre università rappresenta un’opportunità, per loro e per noi”.
Il tema dell’immigrazione è diventato cruciale in questa seconda parte della campagna elettorale delle presidenziali, soprattutto dopo che l’estrema destra di Marine Le Pen ha ottenuto il 18% dei voti. Se l’uscente Nicolas Sarkozy ne ha dato una lettura etica promettendo di voler difendere “il modo di vivere dei francese”, Hollande ha sottolineato che la sua Francia “manterrà” il divieto sul velo islamico, approvato nella precedente legislatura. E se si fosse trovato a scegliere tra Sarkozy e Le Pen avrebbe votato per il primo: “C’è una differenza”, ha sottolineato, “tra repubblicani e coloro che si battono per i valori della Repubblica. Marine Le Pen non ha i miei stessi valori repubblicani”.
”I record sono fatti per essere battuti, i campioni sono fatti per essere sostituiti”: Hollande ha risposto così a una domanda sulle recenti dichiarazioni del presidente uscente Nicolas Sarkozy, che al quotidiano L’Equipe ha detto che in politica come nello sport la ”regola” è che ci sarà sempre qualcuno che ”prenderà il tuo posto”. ”Sul piano sportivo Nicolas Sarkozy ha ricordato una regola che si chiama ‘Fair Play’, sul piano politico si chiama alternanza”, ha detto ancora Hollande, aggiungendo: ”Ci possono essere delle vittorie e poi delle sconfitte”. “Chiunque si presenta a un suffragio deve considerare che non c’è nessuna vergogna a venire sconfitti e che essere eletti non significa diventare onnipotenti”. ”Se Sarkozy ha voluto dire che si prepara alla sconfitta (…) questo fa parte di ciò che si chiama la sfida democratica”, ha concluso Hollande.
Intanto, il candidato socialista alle presidenziali francesi consolida il vantaggio acquisito sul rivale. Hollande, vincitore seppur di misura al primo turno, verrebbe votato dal 54 per cento dei francesi contro il 46 per cento di favori attribuiti a Sarkò. Il sondaggio, realizzato dalla CSA, consegna però all’attuale inquilino dell’Eliseo una notizia di speranza: due punti percentuali in più rispetto alla precedente rilevazione. Al ballottaggio Hollande sembra poter riscuotere l’85 per cento degli elettori che il 22 aprile avevano messo la croce su Jean-Luc Mélenchon, il candidato della sinistra più radicale e la maggioranza dei centristi del MoDem. A Sarkozy dovrebbero invece andare il 53 per cento dei voti espressi per Marine Le Pen. Rimane migliore, nella percezione dei francesi, l’immagine di Sarkozy come statista: il 53 per cento lo ritiene dotato di maggiore competenza e il 54 per cento di maggior “sangue freddo”. Al leader socialista l’elettorato transalpino sembra invece riconoscere una maggiore capacità di unire le coalizioni (62%) e di “ascoltare” le richieste della popolazione (64%). Rai GR