Il cardinale statunitense Raymond Leo Burke e il vescovo kazako Athanasius Schneider, due noti esponenti dell’area ultraconservatrice della Chiesa cattolica, hanno lanciato una “crociata di preghiera e digiuno” contro le presunte “eresie” del Sinodo sull’Amazzonia convocato da Papa Francesco per il prossimo mese di ottobre in Vaticano, e in particolare il rischio che venga compromesso il “celibato sacerdotale”. (Arcivescovo Viganò: la Massoneria lavora a una “nuova chiesa”)
Tra le proposte che giungeranno al Sinodo, quella di ordinare “viri probati”, ossia uomini indigeni di provata fede che possano svolgere, in assenza di sacerdoti date le sconfinate dimensioni dell’Amazzonia, la funzione sacerdotale e così assicurare alle comunità più sperdute una continuità nella vita sacramentale dei fedeli, a partire dall’eucaristia.
Contro il Sinodo si sono già scagliati, nel corso degli ultimi mesi, i cardinali tedeschi Gerhard Ludwig Mueller e Walter Brandemueller, diversi opinionisti ultraconservatori nonché, per la questione ecologica, esponenti del governo brasiliano di destra di Jair Bolsonaro.
La “crociata” durerà 40 giorni dal 17 settembre al 26 ottobre, vigilia della conclusione del Sinodo (6-27 ottobre), ma, specificano, “chiunque apprenda di questa crociata dopo la data del suo inizio può naturalmente unirsi in qualsiasi momento”.
I presunti sei “errori od eresie” sono i seguenti individuati da Burke e Schneider, da sempre veementemente critici nei confronti di Papa Francesco, sono i seguenti: l’implicito panteismo, le superstizioni pagane come fonte della divina rivelazione e strada alternativa alla salvezza, il dialogo interculturale anziché l’evangelizzazione, una erronea concezione dell’ordinazione sacramentale che postula che ministri di entrambi i sessi possano condurre addirittura rituali sciamanici, una “ecologia integrale” che sminuisce la dignità umana e, infine, un collettivismo tribale che mina l’unicità e la libertà personale.
Secondo Burke e Schneider, che hanno firmato il testo il 12 settembre, giorno del santissimo nome di Maria, gli errori e le eresie “impliciti ed espliciti” nell’Instrumentum laboris “sono un allarmante manifestazione della confusione, dell’errore e della divisione che minaccia la Chiesa al giorno d’oggi” e “ogni cattolico, quale vero soldato di Cristo, è chiamato a salvaguardare e promuovere le verità della fede e la disciplina con la quale tali verità sono onorate in pratica affinché la solenne assemblea dei vescovi nel sinodo non tradisca la missione del Sinodo”.
Il cardinale statunitense e il vescovo kazako invocano “i molti missionari cattolici che hanno evangelizzato i popoli indigeni americani”, i santi indigeni e la Vergine Maria, “che fa svanire ogni eresia”, affinché i padri sinodali e Papa Francesco “siano protetti dal pericolo di approvare errori dottrinali e ambiguità e compromettano la norma apostolica del celibato sacerdotale”. (askanews)