Non riconosco più il mio Movimento di Piernicola Pedicini
Ogni tanto bisogna fermarsi e pensare.
Conservo ancora quello spirito di sacrificio dei primi tempi e quell’abnegazione che mi ha spinto a dare il massimo, a fare il possibile per difendere i più deboli…per difendere il Sud…per difendere l’Italia.
Quello spirito di sacrificio che ha spinto tanti cittadini ad impegnarsi per il bene pubblico, ognuno con il suo piccolo, grande contributo.
Però ogni tanto bisogna fermarsi e pensare.
Perché se non lo fai le cose cambiano senza accorgersene.
Ho sempre pensato che il Movimento avrebbe dovuto crescere, migliorare, diventare maturo.
Abbandonando certe posizioni estreme, per esempio…premiando il merito, promuovendo la partecipazione, correggendo gli errori.
Ma se guardo al passato, più o meno recente, e se guardo al presente, devo ammettere il contrario.
Non mi sconvolge il Governo con la Lega e neanche quello con il PD, però per governare insieme a loro avremmo dovuto essere capaci di dominarli e non il contrario.
E invece siamo costretti ad assistere inermi alla consegna dell’Italia al PD in Europa, alla consegna dell’Italia ai signori dell’austerita’, ai signori dei meccanismi europei che hanno strangolato le nostre attività produttive, a quelli che hanno messo in ginocchio le nostre piccole e medie imprese, a quelli che hanno affossato il Sud.
Mi dispiace tanto, ma questo proprio non lo posso accettare.
Non riconosco più il mio Movimento.