Con una cerimonia solenne, alla presenza della Fanfara dei Carabinieri e del Picchetto d’onore, decisa perché questo meritano i personaggi a cui il monumento è dedicato, viene inaugurata sabato 7 settembre la fontana monumentale di piazza Mazzini, dedicata alla memoria di Emanuela Setti Carraro, assassinata dalla mafia, a Palermo, insieme al marito, il Prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, e all’agente di scorta Domenico Russo. A ispirare il monumento, che vuole essere anche un simbolo della cultura della legalità, è la figura di Emanuela Setti Carraro, di famiglia milanese ma nata a Borgosesia nel 1950.
A partire dalle 17 si succederanno i diversi momenti in cui è articolata l’inaugurazione: una prima parte istituzionale in piazza, con la benedizione impartita dal parroco don Ezio Caretti, e in un secondo tempo si succederanno momenti più squisitamente culturali, con l’apertura al teatro Pro Loco della mostra “Una fontana per Emanuela” a cura dello Studio Dan, quindi la presentazione del libro “Tutti gli uomini del Generale” di Fabiola Paternitti e, infine, alle 21, lo spettacolo teatrale “Forte come la morte è l’amore”.
«La nostra volontà di rendere questo momento inaugurale molto solenne – spiega il sindaco, Paolo Tiramani – ha trovato eco sia nell’Arma dei Carabinieri, che sarà qui rappresentata dai vertici nazionali e regionali che nelle Istituzioni nazionali e locali, anch’esse presenti con rappresentanti di altissima levatura. Accanto a loro ci saranno i familiari di Emanuela Setti Carraro, in particolare il fratello Gian Maria, che ci ha testimoniato apprezzamento per l’iniziativa, stesso apprezzamento manifestato dai figli del generale Dalla Chiesa. Sarà una giornata di grande coinvolgimento per tutti i nostri cittadini: mi auguro di vederli numerosi, ed orgogliosi che nella loro città sia nato un simbolo del rispetto per il coraggio civile e per le Istituzioni, oltre che un prezioso oggetto artistico».
La fontana è un’opera contro le mafie, voluta in una cittadina del “profondo nord”, nella consapevolezza che la mafia è un potenziale pericolo per tutti.
«La piovra sta allungando i propri tentacoli anche al nord – spiega il primo cittadino – e questa consapevolezza ci ha spinto a voler dare un segnale forte di attenzione al fenomeno, intitolando il monumento a una coppia simbolo della lotta alla mafia, il generale Carlo Alberto dalla Chiesa, Prefetto di Palermo, e la moglie Emanuela. Nel momento in cui abbiamo immaginato la riqualificazione della piazza principale di Borgosesia, con l’idea di creare un punto focale costituito da una fontana – aggiunge Tiramani – ho pensato che non si dovesse trattare semplicemente di un elemento decorativo, ma che dovesse contenere un importante messaggio. In quell’ottica volevo individuare qualcosa o qualcuno che potesse essere sia esempio che monito per tutti noi: da lì a fare il nome del Generale Dalla Chiesa e di Emanuela Setti Carraro il passo è stato breve, essendo la signora nata a Borgosesia, dove le è stata dedicata anche una via».
Tiramani ricorda che, fin da ragazzo, è sempre rimasto colpito da una frase del generale: “Chiunque pensasse di combattere la mafia nel pascolo palermitano e non nel resto d’Italia non farebbe che perdere tempo”. «Credo fortemente che il contrasto capillare alla criminalità organizzata sia uno strumento indispensabile: un monumento come il nostro è un segnale importante di allerta continua per i cittadini, ed un semaforo rosso per i malfattori, perché sappiano che qui il terreno per loro non sarà mai fertile», dice il sindaco di Borgosesia.
Sul basamento in granito della fontana svettano le figure in bronzo di Emanuela Setti Carraro, nella sua bellezza di sposa elegante e discreta, e il generale dalla Chiesa, autorevole in divisa dell’Arma, che porge affettuosamente il suo berretto a un bambino di fronte a lui, in una sorta di passaggio di testimone alle giovani generazioni «Intorno alla coppia sono seduti dei bambini – conclude Tiramani – in un atteggiamento di ascolto e di partecipazione: lo stesso atteggiamento che mi auguro potranno avere i borgosesiani che si siederanno intorno alla fontana, sentendosi accolti dalla sua struttura inclusiva ed ispirati dai significati che essa custodisce».