Affidi illeciti, anche in Veneto casi gravi e controversi

VERONA (29 Agosto 2019). «Lungi da me farne un caso politico, ma ben venga l’interrogazione al Consiglio regionale del Veneto presentata dalla consigliera PD Anna Maria Bigon, se può servire all’unico obiettivo che mi pongo con il mio lavoro: il benessere dei bambini». L’avvocato Francesco Miraglia torna a parlare delle vicende legate agli affidamenti “sospetti” veronesi, anzi veneti, poiché i casi nella Regione Veneto, nei quali sarebbe bene effettuare un’accurata verifica, sono diversi: lui stesso ne segue molti.

«Al di là del caso del piccolo Marco di Verona» dichiara l’avvocato Miraglia, «che ha tenuto con il fiato sospeso un’intera città, interessata alla sorte del piccino, e che si è concluso con il ritorno a casa (anche se affidataria) del bambino, esistono altri casi ugualmente gravi e controversi, sui quali ho provato più volte a fare luce, ma senza essere ascoltato. E questo alla fine si traduce in tristezza, malcontento, delusione per genitori e bambini. Non ne ho mai fatto, né mai farò, una battaglia politica, accostando il mio lavoro a qualche partito, ma se la politica, finalmente, decidesse di fare chiarezza, ripeto, sempre nell’interesse unico dei bambini, allora sono disponibile a mettere a disposizione tutte le informazioni su casi che seguo. E che in Veneto non sono certo pochi».

Per la vicenda del piccolo Marco che si è conclusa, che fine ha fatto invece la donna allontanata sempre da Verona coi suoi quattro figli e parcheggiata in una comunità di Marghera, in provincia di Venezia, da mesi, senza un progetto di reinserimento e aiuto? Si era rivolta ai Servizi sociali per salvare i suoi figli da un padre orco, si è trovata prigioniera in una stanza con i suoi bambini, dimenticata dalle istituzioni. Magari le donne che con i loro figli sono state alloggiate dal Comune di Verona nella comunità “Mamma bambino” era necessario e urgente che venissero allontanate da casa, nessuno lo mette in dubbio: ma perché far mangiare loro cibo scaduto?

«Ha suscitato un certo clamore la decisione del tribunale dei minorenni di Venezia di voler allontanare da casa un ragazzino padovano perché ritenuto troppo “effeminato» prosegue l’avvocato Miraglia, «mentre a Venezia si continua a lasciare un ragazzino in una comunità, nonostante abbia denunciato di essere stato molestato da un altro ospite, suo coetaneo. C’è poi una mamma che a Padova si è vista sottrarre il figlio maggiore, dichiarato pure adottabile: i due minori, invece, sono rimasti con lei. Perché un trattamento diverso per questi ragazzini? Perché non avviare un percorso per riunire questa mamma con tutti i suoi tre figli, invece di lasciarne uno solo presso la famiglia affidataria, volendolo pure far adottare da altre persone?

Il piccolo Marco, è chiaro, era solo la punta di un iceberg. E comunque se i Servizi sociali redigono relazioni errate o ingiustificate, sono poi i tribunali ad avallarle, spesso senza minimamente porle in discussione. I Servizi sociali propongono, ma alla fine sono sempre i giudici che dispongono. Se chiarezza si vuol fare, si guardi certo al funzionamento dei Servizi sociali, ma anche all’interno dei tribunali per i minorenni.

Avv. Francesco Miraglia