Verona: cibo scaduto in una comunità per mamme e bambini

VERONA (19 Agosto 2019). C’è del sugo di pomodoro la cui confezione riporta come data di scadenza il 3 agosto 2016. L’orzo solubile non sarebbe più commestibile dal 26 luglio di quest’anno, il sugo con basilico bio dal 31 luglio. I peperoni sono tutti raggrinziti e ammuffiti. Tutto questo si trova dentro la dispensa della comunità “Mamma bambino” in via Ponte San Pancrazio, nella quale il Comune di Verona fa alloggiare cinque nuclei famigliari. Tutto questo dovrebbe servire a preparare pranzo e cena alle mamme ospitate insieme ai loro bambini: cibo scaduto che viene servito a dei bambini, per la cui alimentazione e salute l’attenzione dovrebbe essere massima, specie se i piccoli sono affidati a un ente pubblico.

«L’assessore Stefano Bertacco troppo presto ha convocato in pompa magna la conferenza stampa nel corso della quale decantava come ottimi i Servizi sociali veronesi» dichiara l’avvocato Francesco Miraglia. «Troppo presto ha sbandierato ai quattro venti la querela nei miei confronti, reo, a suo dire, di screditare l’ottimo operato del suo Comune in materia di assistenza all’infanzia e alle donne in difficoltà. Forse altrettanta celerità e tanta premura avrebbe dovuto impiegarla nel controllare come funzionano davvero i Servizi sociali gestiti dal Comune che lui amministra. Cibo scaduto ai bambini? Ma scherziamo!».

Tra l’altro a puntare il dito contro la non perfetta macchina dei Servizi sociali c’è anche una ex dirigente dell’Ulss 9 Scaligera, pronta a parlare con la Procura per far luce sulle tante ombre che offuscano gli affidamenti. E’ stata testimone diretta di dieci bimbi allontanati dai propri genitori senza motivazioni concrete e colleghi le avrebbero riferito di decine di altri episodi analoghi.

«Non c’è quindi solo il piccolo Marco, che ha dovuto trascorrere 225 giorni di immotivato allontanamento prima di riabbracciare la sua famiglia»prosegue l’avvocato Miraglia. «Non c’è solo la donna “parcheggiata” con i suoi figli in una comunità in provincia di Venezia, tutti dentro un’unica stanza, in una struttura malsana, senza un progetto di recupero né la possibilità di rientrare nella loro casa di Verona, praticamente dimenticati. No, assessore Bertacco, i casi sono molti di più e i suoi eccellenti Servizi sociali fanno acqua da tutte le parti. Prima di accalorarsi tanto in loro difesa, provi a volgere lo sguardo dentro il sistema che il suo Comune gestisce. Forse qualcosa puzza, come il cibo servito nella comunità in via Ponte San Pancrazio».

Avvocato Francesco Miraglia