Colossale frode contabile, «General Electric ha nascosto 40 miliardi di perdite»

Una vera e propria reazione di panico, con un’ondata generalizzata di vendite si è scatenata ieri tra i trader a Wall Street sul titolo General Electric, con voci addirittura di rischio bancarotta per una delle principali blue chip della borsa americana, conglomerata simbolo dell’industria made in Usa da anni in difficoltà. Il “panic selling” che ha fatto crollare fino al 15% le azioni Ge, per poi chiudere la giornata di scambi con un calo superiore all’11%, peggiore seduta dal 2008, è stato generato da un report di 175 pagine diffuso da Harry Markopolos, l’investigatore finanziario privato già noto alle cronache per essere stato il primo whistleblower ad aver lanciato l’allarme sullo schema Ponzi da 65 miliardi di dollari messo in piedi da Bernard Madoff. Lo riporta  www.ilsole24ore.com

Markopolos nel suo report accusa General Electric di aver falsato i conti, nascondendo 38,1 miliardi di dollari perdite dai suoi business legati alle riassicurazioni a lungo termine e dai servizi alle società petrolifere. L’investigatore sostiene che si tratta della più grande frode contabile sulla quale lui e il suo team hanno indagato. Il report è frutto di sette mesi di ricerche.

l rapporto ha analizzato a fondo la situazione finanziaria di General Electric e sostiene che la conglomerata americana avrebbe messo in piedi nel corso degli anni una colossale frode contabile: “I 38 miliardi di dollari di frode contabile pesano per oltre il 40% della capitalizzazione di Borsa di Ge, e ne fanno una delle più grandi frodi contabili della storia americana.

Alcuni analisti finanziari hanno minimizzato il report di Markopolos, come John Hempton di Bront Capital che ha definito le accuse “sciocche”. Reuters tuttavia ricorda che da tempo tra gli analisti di Wall Street vengono lanciati allert sulla scarsa liquidità di Ge, e sulla opacità con la quale sono state trascritte in bilancio le perdite.