Tre uomini di lingua tedesca hanno rapito a bordo di un furgone una donna macedone con il passaporto australiano al centro di Torino e sono stati fermati dalla Polizia.
La Polizia di Torino è intervenuta dopo aver ricevuto la segnalazione che in pieno centro attorno alle 10.15 una donna è stata fatta salire a forza su di un furgone nero. La donna, che urlava chiedendo aiuto, era in compagnia di un uomo, che è fuggito e non è stato ancora rintracciato. Dopo un breve inseguimento, le volanti della Polizia hanno trovato il furgone nei pressi di un parcheggio privato non lontano dalla Questura. I tre uomini a bordo, con giubotti antiproiettili, sono stati fermati e la donna, incolume, liberata. A bordo sono stati rinvenuti nastro isolante, fascette bloccanti, pistole a salve prive del tappo rosso, un coltello con lama di 30 centimetri e anche pettorine e cappellini Interpol per travisarsi. Sono state rinvenute anche targhe rubate ad Aosta per coprire la targa del veicolo.
I tre uomini sono stati interrogati ed hanno riferito che all’origine dell’operazione vi era una truffa avvenuta a Milano a maggio e mai denunciata alla Polizia. Ad essere truffato, un uomo tedesco, anch’egli presente a Torino e subito fermato e interrogato a sua volta. L’uomo, vittima di questa truffa, si sarebbe rivolto, secondo la versione fornita, ad un conoscente austriaco, il quale avrebbe demandato ad una agenzia di sicurezza tedesca la ricerca dei truffatori. I tre – l’autriaco e i due tedeschi – sarebbero scesi in Italia col furgone e avrebbero dato appuntamento ai presunti truffatori al centro di Torino in quello che però era un incontro-trappola. Hanno rapito la donna e sono scappati con l’idea, riferiscono gli inquirenti, di chiedere un riscatto per il suo rilascio, e così ottenere un indennizzo per la truffa. Ora i tre uomini sono arrestati e il tedesco è fermato.
Sulla truffa sono in corso le indagini. Ci sarebbe dietro un gruppo che l’ha organizzata: possibile che la donna, che sta bene ed è libera, abbia a che fare con questo gruppo, ma, spiegano gli inquirenti, è tutto da valutare. askanews.it