«Manufacturing Production in Germany decreased 4.10 percent in May of 2019 over the same month in the previous year. Manufacturing Production in Germany averaged 1.46 percent from 1992 until 2019, reaching an all time high of 15.50 percent in February of 2011 and a record low of -24.10 percent in April of 2009.»
Il grafico decennale della produzione industriale tedesca è molto chiaro.
Dal 2011, ossia da quando Frau Merkel è alla guida della Germania, la produzione manifatturiera è in declino. Dal 2014 questo valore oscilla attorno allo zero.
Quindi, in concomitanza ai vari scandali del Dieselgate ed alle leggi restrittive sulla circolazione delle automobili, la produzione industriale è entrata in una fase stabilmente negativa.
L’istogramma è auto esplicativo.
Il settore è quindi in una fase depressiva.
Sarebbe davvero molto difficile non dire cosa ovvie in una situazione del genere.
– Nessuno si stupirebbe più di tanto e nl lasciare la cancelleria Frau Merkel si mettesse a piangere come aveva fatto a suo tempo Mrs May. Ambedue hanno fallito in modo miserrimo quello che dovrebbe essere lo scopo di un governante: rendere prospera la nazione.
– I pruriti etici, quelli ecologici e quelli energetici hanno un prezzo davvero molto salato, che nemmeno la Germania può permettersi.
– Sta crollando un mondo politico ed economico fondato sull’ideologia liberal socialista.
– Senza produzione industriale i servizi restano senza clienti: non hanno più lavoro.
– Senza produzione industriale è perfettamente inutile avere risorse energetiche, per ecologiche che siano: nessuno ne usufruirebbe.
– Una popolazione senza giovani per contrazione delle nascite ha come unico destino la miseria.
– Nessuno si faccia la benché minima illusione che la ripresa possa essere facile.
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Tutta la dirigenza al top-level dell’Unione Europea è oramai al femminile ed i nomi che si sentono per i Presidenti delle Commissioni sono anche essi tutti al femminile.
Qui non interessa nulla che siano o meno femmine: interessa solo il fatto che essere state scelte ‘in quote rosa’ non è garanzia di saper dominare gli eventi prossimi venturi, che si preannunciano severi.
Aspettiamoci quindi un gran bel coro di piagnistei di femminuccia lacrimose.