L’intervento a sorpresa di Beppe Grillo fa discutere dentro e fuori il Movimento e preoccupa Matteo Salvini, allarmato per l’ipotesi della costituzione di una eventuale maggioranza alternativa in Parlamento.In un post sul suo blog, il fondatore del M5s invita a fare dei “cambiamenti” senza confondere “coerenza con rigidità”. “Facciamoli subito, altro che elezioni, salviamo il paese dal restyling in grigioverde dell’establishment, che lo sta avvolgendo!”, il suo ragionamento, piuttosto chiaro.
Se il M5s dovesse cambiare linea (Luigi Di Maio ha finora detto sì al voto “subito”, dopo aver approvato il taglio dei parlamentari), il principale ‘indiziato’ per una unione non potrebbe essere che il Pd.
Il segretario Nicola Zingaretti ha specificato che non ci sono “le condizioni per una nuova maggioranza”, escludendo “inciuci”. Ma dentro e fuori dai Dem c’è chi avanza ipotesi di contatti tra Di Maio e Matteo Renzi (che sia ieri che oggi ha smentito categoricamente).
Chi parla invece apertamente di un governo “di transizione” è Giuliano Pisapia, europarlamentare e voce autorevole della sinistra. Specificando che i potenziali alleati non sono al momento interessati e che quindi siamo nel campo della ‘fantapolitica’, vanno comunque innanzitutto verificati i numeri in Parlamento di una eventuale nuova maggioranza.
Alla Camera (maggioranza 316), i parlamentari che sulla carta, salvo defezioni, potrebbero unire i voti per sostenere un governo sono 344: 216 del M5s, 111 del Pd, 14 di Leu e 3 di +Europa. Altri potrebbero poi aggiungersi.Al Senato (maggioranza 160, contati i senatori a vita), il M5s ha 105 seggi, il Pd 51. Altri 8 potrebbero venire dal gruppo Misto e altrettanti dalle Autonomie. Numeri risicati, dunque, ma che sarebbero sufficienti per far partire un esecutivo, più o meno a tempo. (askanews)