Mafia nigeriana, 18 affiliati in carcere

Ancora arresti per l’indagine sulla mafia nigeriana. Nella giornata di ieri la squadra mobile della polizia di Bologna, con la collaborazione delle omologhe di Parma, Piacenza, Lecce, Taranto e Bergamo ed il coordinamento del servizio centrale operativo, ha dato esecuzione a 18 ordinanze applicative di misura di custodia cautelare in carcere. I due fermati a Bologna hanno ricevuto notifica del provvedimento già alla Dozza, dove erano stati portati nella precedente ‘tornata’ di arresti.

I provvedimenti, emessi dal Gip di Bologna Alberto Gamberini, su richiesta del sostituto Stefano Orsi vanno a colpire i soggetti già sottoposti a fermo nell’operazione del 18 luglio, dove fu smantellato il clan dei ‘Maphite’, anche noti come ‘famiglia vaticana’, un gruppo ritenuto dedito alla prostituzione, allo spaccio di droga e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina con la produzione di documenti falsi.

Iniziate nel 2017 grazie anche alle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, le indagini hanno permesso di annientare gran parte di quello che, all’interno della comunità nigeriana, viene denominato cult Maphite, di cui è stato possibile ricostruire l’intera struttura gerarchica di comando operante in Emilia-Romagna e parte del Centro Italia, gli obiettivi, le regole di affiliazione e le modalità di attuazione criminale.

L’ordinanza del Gip ora dispone la misura cautelare della custodia in carcere per i fermati del luglio scorso, confermando la “palese evidenza dei gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di associazione di tipo mafioso”. In carcere finiscono altri due indagati dell’operazione, le cui posizioni di sono aggravate.

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