La Spagna non è piu’ un Paese a maggioranza cattolica

Secondo un nuovo rapporto del Centro di ricerca di sociologia spagnola (CSI), per la prima volta nella sua storia, la Spagna ha ora più atei, agnostici e non credenti che cattolici praticanti.

FranceInfo riferisce che, mentre un terzo degli spagnoli ha riferito di essere cattolico, solo il 22,7 % di loro ha dichiarato di partecipare alla messa e di avvicinarsi regolarmente alla confessione. In Catalogna, solo il 10,9 per cento dei credenti ha riferito di frequentare regolarmente la messa e di confessarsi, mentre in Rojia, a sud del Paese Basco, circa il 40 per cento delle persone è tuttora cattolico praticante.

La secolarizzazione della società spagnola è stata sostanzialmente più pronunciata nelle aree industrializzate dove le culture si mescolano più spesso come Madrid, la Catalogna e il Paese Basco.

In risposta a queste cifre, il quotidiano spagnolo El Diario scrive: “Queste cifre, 80 anni dopo, danno finalmente ragione a Manuel Azana: la Spagna ha smesso di essere cattolica“. La dichiarazione fa riferimento a una sentenza pronunciata dal presidente del governo provvisorio spagnolo nell’ottobre 1931.

Mentre l’Europa occidentale sta diventando sempre più secolarizzata, l’Europa centrale e orientale rimangono invece roccaforti cristiane. Croazia, Polonia e Ungheria ne sono un esempio.

Viktor Orbán, il Primo Ministro ungherese, ha ripetutamente difeso l’idea di aggrapparsi a un’Europa cristiana. In un discorso tenuto all’inizio dell’anno al popolo ungherese, ha affermato: “Se perdiamo la nostra cultura cristiana, perderemo la nostra libertà”. “Senza la protezione della nostra cultura cristiana perderemo l’Europa e l’Europa non apparterrà più agli europei“, ha dichiarato.
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