ROMA 24 Aprile – A marzo la forbice tra l’aumento delle retribuzioni contrattuali orarie (+1,2%) e il livello d’inflazione (+3,3%), su base annua, tocca una differenza di 2,1 punti percentuali, che rappresenta il divario più alto dall’agosto del 1995. Lo rileva l’Istat.
Le retribuzioni contrattuali orarie a marzo restano ferme su febbraio e salgono dell’1,2% su base annua. Lo rileva l’Istat, aggiungendo che la crescita tendenziale e’ la piu’ bassa almeno dal 1983, ovvero dall’inizio delle serie storiche ricostruite, 29 anni fa.