Fine business migranti, Croce rossa Roma licenzia 65 dipendenti

Croce Rossa di Roma: 65 licenziamenti – – Esplode la crisi della Croce Rossa di Roma. Dopo l’allarme lanciato all’inizio del maggio scorso si è conclusa la procedura di licenziamento per 65 dipendenti. “Una via obbligata” – ha sempre sostenuto l’associazione alle prese con i mancati pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni e la perdita degli introiti dopo la chiusura dei centri di accoglienza per migranti. Difficoltà economiche e surplus di personale con Croce Rossa di Roma a mandare a casa 65 dei suoi operatori.

Croce Rossa: stipendi in ritardo e licenziamenti – – Fallito l’accordo con i sindacati. “Abbiamo avviato come previsto dalle norme di legge in materia un confronto con i Sindacati che è andato ben oltre i termini previsti, al fine di tentare ogni possibile soluzione a tutela dei lavoratori e dell’Associazione. Tuttavia, la trattativa non ha portato ad alcun accordo, nonostante la proposta dell’Associazione conciliativa di estendere il periodo di ripescaggio a 24 mesi contro i 6 previsti dalla normativa, una parziale riduzione degli esuberi e la formazione professionalizzante gratuita a tutto il personale in esubero. Pertanto, la conclusione della procedura – ha scritto Croce Rossa di Roma – è una via obbligata per l’associazione e, di conseguenza, oltre ai ritardi nel pagamento degli stipendi si aggiunge anche la formale conclusione del rapporto lavorativo”.

Dito puntato sulla ristrutturazione del sistema di accoglienza “che ha portato per l’associazione, in definitiva, al termine di decine di rapporti lavorativi a tempo determinato e a collaborazione e, ora, al licenziamento di 65 persone a tempo indeterminato. Un capitale umano fatto di persone con professionalità specifiche che perde tanto l’Associazione, quanto tutta la comunità. Chi opera nel sociale – ha scritto la Cri – non è mai stato così penalizzato”.

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