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Le “condizioni insostenibili per i profughi e gli altri migranti in Libia” devono obbligare gli Stati membri dell’Ue e altri paesi ospitanti a ripensare il loro approccio alla questione migratoria, avviando “nuove operazioni di salvataggio nel Mar Mediterraneo per trasportare i migranti in porti sicuri”. È quanto affermato dall’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi, e dal direttore generale dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), Antonio Vitorino, in un dichiarazione congiunta pubblicata nella tarda serata di ieri, 11 luglio.
Per Grandi e Vitorino “il rimpatrio in Libia dei migranti soccorsi nel Mediterraneo, deve essere fermato”. Il paese nordafricano è, infatti, “pericoloso”, come dimostrano le 53 vittime e le decine di feriti del bombardamento del campo profughi di Tajoura, avvenuto il 2 luglio scorso.
“Questa tragedia potrebbe ripetersi”, avvertono Grandi e Vitorino. Secondo Unhcr e Oim, in Libia vi sono circa 50 mila rifugiati e richiedenti asilo, cui si aggiungono 800 mila altri migranti. “Queste persone necessitano di una protezione migliore”, evidenziano l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati e il direttore generale dell’Oim. Agenzia Nova