Il Salone dell’auto lascia Torino per la Lombardia, dopo cinque edizioni, e la decisione, annunciata dagli organizzatori nel tardo pomeriggio, ha l’effetto di una frustata che scuote la politica cittadina e la maggioranza M5s della Città. Il sindaco Chiara Appendino si dice “furiosa per la decisione del comitato organizzatore. Una scelta che danneggia la città”. Ma i suoi strali vanno anche a consiglieri della sua maggioranza e al vicesindaco Guido Montanari (M5S).
Alla scelta degli organizzatori della kermesse dell’automotive – dice la prima cittadina – “hanno anche contribuito alcune prese di posizione autolesioniste di alcuni consiglieri del Consiglio Comunale – e dichiarazioni inqualificabili da parte del vicesindaco”. Appendino si riferisce alle critiche, anche con parole forti secondo quanto riportato da alcuni quotidiani, espresse da Montanari sull’organizzazione della rassegna motoristica.
Il trasferimento del Salone dell’auto a Torino – tra l’altro annunciato nel giorno del lancio della 500 elettrica nello stabilimento Fca di Mirafiori – riapre la ferita aperta dalle Olimpiadi invernali del 2026 assegnate a Milano-Cortina e sfuggite al capoluogo piemontese per il no dell’amministrazione cittadina.
Contro i M5s si scatenano le opposizioni in Consiglio comunale. Stefano Lo Russo, capogruppo dem, parla di una “furia distruttiva per Torino” come “non era neanche immaginabile. La città è stata saccheggiata e distrutta da amministratori inadeguati e inconcludenti”.
Osvaldo Napoli, capogruppo Fi, invita il sindaco a dimettersi: “Deve farlo contro la sua maggioranza che è passata sulla vita della città come le sette piaghe d’Egitto. Tre anni di opposizione a tutto, alle Olimpiadi invernali, al Salone del Libro, alla Tav”. www.rainews.it