E’ stato scarcerato e si trova ora agli arresti domiciliari il marocchino 50enne di Arcade accusato di aver tentato di dare fuoco alla figlia, colpevole secondo lui di essere troppo occidentale, cospargendola con una tanica di carburante prima di tentare di appiccare le fiamme con un accendino. Il gip di Treviso Bruno Casciarri ha accolto l’istanza presentata dai difensori, gli avvocati Lot e Bonazzi del Foro di Treviso, che avevano chiesto l’attenuazione della misura restrittiva. L’uomo potrà anche recarsi al lavoro dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 12 e dalle 13 alle 18, questo al fine di proseguire con l’attività e non perdere l’occupazione, che risulta essere peraltro l’unica fonte di sostentamento della famiglia.
«l trasferimento dei familiari -scrive il gip- in una località protetta ha attenuato le esigenze cautelari e reso adeguata e proporzionata la misura degli arresti domiciliari presso l’abitazione del fratello». Ma nei confronti del 50enne il giudice ha disposto anche il divieto di avvicinamento alla figlia e alla moglie e comunque l’allontanamento dalla casa familiare, oltre al divieto di avere qualsiasi contatto di persona, telefonico o attraverso gli strumenti della posta elettronica o dei social network con la ragazza e il coniuge.
Il marocchino è indagato per maltrattamenti familiari. «Non vuole che io vesta alla occidentale e che frequenti amici maschi»: è stata l’accusa che gli ha rivolto la figlia 17enne, secondo cui il padre vorrebbe costringerla a vivere secondo i più rigidi precetti della fede islamica. Accuse che sarebbero state confermate anche dalla moglie.
«Non sono un fanatico religioso»: si è invece difeso lui, aggiungendo: «Ho il terrore che mia figlia stia diventando una poco di buono, voglio che non si butti via a causa di cattive frequentazioni e vorrei tanto che andasse bene a scuola invece di prendere i brutti voti che porta a casa. Non c’entra nulla con la religione».