Colonnello Paternò: Ong, Tv prezzolate e magistratura politicizzata, che fare?

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ЧТО ДЕЛАТЬ?
…che tradotto dal russo significa “Che fare?” e richiama una delle più importanti opere politiche di Lenin, ove si delineava la strategia rivoluzionaria del proletariato avverso il potere assoluto dello Zar ed il feroce capitalismo industriale.
Ebbene, oggi in Italia, dinanzi alle sconfitte del governo impossibilitato a porre un freno all’immigrazione incontrollata, preso atto dello strapotere della magistratura zarista politicizzata che disapplica sdegnosamente le leggi emanate dall’Esecutivo e manda allegramente liberi coloro che sfidano le Autorità nazionali, sommersi dall’ipocrisia disgustosa dell’unione europea, sono in molti a porsi ossessivamente la stessa domanda: “Che fare?”.

E’ triste constatare che tali vicende stanno artatamente alimentando un’inevitabile e pericolosa tensione sociale. D’altronde l’odio e la rabbia sono i figli naturali dell’ingiustizia e dell’impotenza. Se neanche tramite il voto si riesce ad imporre un cambio di rotta al Paese, cos’altro si deve fare?

“Dovete rosicare!” urlava giorni fa tal Fratoianni, segretario di un misconosciuto partitino della sinistra, dopo aver preso atto della vittoria ottenuta grazie alla decisione di un’altrettanta misconosciuta gip del tribunale agrigentino, sbeffeggiando così la quasi totalità degli italiani ancora stupidamente convinti che “la legge è uguale per tutti”, “i magistrati la applicano anche se non la condividono” e “chi sbaglia paga”.
Sarà perché sono abituato a non arrendermi neanche dinanzi alle guerre perse, ma a me tale “vittoria” ricorda tanto quella di Pirro. Anche il re dell’Epiro, intorno al 280 a.C., sconfisse i Romani in battaglia, ma per ottenere tale successo subì perdite così alte da condannare il proprio esercito a perdere la guerra.
Ed è proprio la guerra che bisogna vincere, ma per riuscirci ci vuole pazienza, determinazione, compattezza, strategia e lungimiranza.

Non è assolutamente vero che le forze che si oppongono al cambiamento richiesto dai cittadini stanno vincendo, in realtà giorno per giorno perdono il loro massimo potere: la credibilità!
Al coro denigratorio dei quotidiani nazionali e delle TV prezzolate non crede più nessuno. Alla storiella delle ONG che agiscono per fini umanitari, nessuno fa più affidamento. Ma, soprattutto, quasi tutti sono ormai consapevoli che non esiste una magistratura libera, indipendente, apolitica ed imparziale. E tali consapevolezze saranno le basi sulle quali si svilupperà il nostro futuro. Non pensate sia poca cosa!

Ovviamente la strategia è determinante. Non si possono affrontare sfide colossali se non si è uniti, chiari, determinati e capaci di porre in campo un gioco di squadra (e ovviamente mi riferisco all’attuale governo…).

Insomma, lasciateli pure gongolare, fategli festeggiare un’effimera vittoria che in realtà ha messo finalmente a nudo la verità e sgretolato lo scudo di ipocrisia che finora li proteggeva. Perché, dopo Lenin e Pirro, bisogna anche ricordare tal Gennarino ‘o pescatore, il quale, nella sua somma saggezza, soleva dire: “’O purpo se coce ‘int all’acqua soja”

Colonnello CC Salvino Paternò