“Caro papà, mi manchi”, le lettere e i regali mai consegnati ai bambini

REGGIO EMILIA – “Caro papà, mi manchi. Vorrei che mi portassi uno dei tuoi splendidi regali. Poi prendi carta e biro e scrivimi una bella lettera. L’aspetto con tutto il cuore. Ti voglio un bene gigante e infinito”. Così scriveva K., una delle bambine data in affido dai servizi sociali della val d’Enza che poi sono finiti nella bufera in seguito all’inchiesta “Angeli e Demoni” della procura di Reggio.

K. attenderà inutilmente, perché i regali dei genitori, come si evince dalla foto che pubblichiamo, non sono mai stati consegnati ai bambini e la lettera che la piccina aveva inviato al padre non gli è mai stata inviata come si evince dall’ordinanza firmata dal Gip, Luca Ramponi, in cui il genitore sostiene di non averla mai ricevuta. E, d’altra parte, l’originale è stato trovato tra gli atti del fascicolo relativo alla bambina presso il servizio sociale.

Pandori, scarpe da ginnastica, peluche, Barbie, sono stati trovati dai carabinieri accantonati in un angolo. Inviati dai genitori, non sarebbero mai stati consegnati, insieme ad alcune lettere, ai piccini dati in affido. Secondo gli inquirenti si sarebbe così voluto annullare la presenza dei veri genitori.

“Giacciono qua per mesi…nessuno glieli consegna perché dicono che è meglio non consegnarli …. M.P. dice che per F. (un minore allontanato) continuano a portare i regali e lei ha detto a tale F. che se non vuole dire direttamente al bambino che si tratta di regali del padre e della mamma almeno occorre dare i regali a!la casa famiglia e poi vedranno loro cosa farne”

Secondo l’ordinanza firmata dal Gip Ramponi Marietta Veltri, coordinatrice del servizio sociale dell’Unione val d’Enza, in una conversazione intercettata del 7 gennaio 2019 con la dirigente dei servizi sociali dell’Unione val d’Enza Federica Anghinolfi (entrambe sono attualmente agli arresti domicilari, ndr) diceva: “Giacciono qua per mesi…nessuno glieli consegna perché dicono che è meglio non consegnarli …. M.P. dice che per F. (un minore allontanato) continuano a portare i regali e lei ha detto a tale F. che se non vuole dire direttamente al bambino che si tratta di regali del padre e della mamma almeno occorre dare i regali alla casa famiglia e poi vedranno loro cosa farne”.

“Caro papà, mi manchi tanto. Spero che ci rivedremo al più presto possibile. Vorrei che tu portassi uno dei tuoi splendidi regali. Mi potresti scrivere un biglietto o un messaggio piu spesso, perché di te non ho ricevuto nessun biglietto e quindi mi sono chiesta il perché. Quando avrai finito di leggere, per favore, prendi immediatamente carta e biro e mi scrivi una bella lettera. L’aspetto con tutto il cuore, ti voglio un bene gigante e infinito”

In una lettera, agli atti del fascicolo acquisito presso i servizi sociali, scritta da un’altra bambina K, si legge: “Caro papà, mi manchi tanto. Spero che ci rivedremo al più presto possibile. Vorrei che tu portassi uno dei tuoi splendidi regali. Mi potresti scrivere un biglietto o un messaggio piu spesso, perché di te non ho ricevuto nessun biglietto e quindi mi sono chiesta il perché. Quando avrai finito di leggere, per favore, prendi immediatamente carta e biro e mi scrivi una bella lettera. L’aspetto con tutto il cuore, ti voglio un bene gigante e infinito”.

La lettera non è mai stata consegnata al padre che il 4 febbraio di quest’anno ha detto agli inquirenti di non averla mai ricevuta. D’altronde proprio quella lettera, in originale, è stata recuperata tra gli atti del fascicolo esistente presso il servizio sociale relativo alla bambina.

Questo tipo di atteggiamento, volto ad allontanare i genitori naturali dai bambini avrebbe assunto anche toni denigratori. Nell’ordinanza si legge infatti che di fronte alla stessa K. i genitori affidatari avrebbero confrontato “il regalo unico e più modesto” ricevuto nei precedenti Natali “con i ben piu munifici regali plurimi” che la bambina poteva ora ricevere dalle affidatarie, “così denigrando anche la modestia economica della famiglia di origine” e utilizzandola per sottolineare la “tristezza (viene usato piu volte questo termine dalla psicologa) delle festività in quegli anni a confronto con le opulente feste molto più consumistiche promananti dagli affidatari”.

Articolo  di  www.reggiosera.it ,  che ringraziamo