Lobbies immigrazioniste difendono rivendicazioni sempre più violente di gruppi di migranti

Valeurs Actuelles (traduzione di chiesaepostconcilio.blogspot.com), pubblica un articolo del geopolitologo Alexandre del Valle, che espone con efficacia e dovizia di documentazione l’inquietante fenomeno  delle rivendicazioni sempre più violente di gruppi di migranti. Ritroviamo, dal versante francese, gli assurdi benefici e privilegi discriminanti, ma a sfavore degli autoctoni (francesi in questo caso) e che purtroppo hanno preso piede a ruota libera anche in Italia e sarebbero ancor più ingravescenti se non ci fosse stato e non permanesse il freno di Salvini….

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Gli immigrati e le lobby ONG pro-migranti considerano «discriminatoria» l’applicazione delle leggi sulla lotta all’immigrazione clandestina. Per il geopolitologo Alexandre del Valle, di fronte a un diritto considerato illegittimo, ciò porta a richieste sempre maggiori e intransigenti da parte dei migranti illegali e alla crescente violenza delle loro richieste.

La lotta delle ONG pro-migranti per depenalizzare progressivamente i flussi migratori clandestini e per chiedere l’abolizione di qualsiasi differenza di diritti e benefici tra migranti illegali, migranti regolari e cittadini nazionali diventa sempre più grave. Si tratta di un processo trasmesso, a valle, dalle ONG e dagli attivisti pro-migranti e, a monte, dalle Nazioni Unite e dalla Corte europea dei diritti umani. E i governi recalcitranti o resistenti alla doxa immigrazionista vengono messi all’indice e prontamente sanzionati dalle Nazioni Unite. Ed è così che l’11 settembre 2018, l’ONU ha condannato solennemente e moralmente lo Stato italiano per la sua ferma applicazione della legge in tema dei diritti dei migranti, finalizzata alla politica del Vicepresidente del Consiglio italiano e Ministro degli Interni, Matteo Salvini.
L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Michelle Bachelet, ex presidente cileno, ha accusato il governo italiano di «presa di posizione politica» nella crisi dei rifugiati e ha annunciato l’invio di una  «squadra  di Ispettori Onu in Italia per esaminare il segnalato netto aumento di atti di violenza e razzismo contro migranti, persone di origine africana e rom».
Bachelet (Onu) e Soros
Come ricorda Cesare Sacchetti, giornalista e politologo italiano con sede a Bruxelles, «questa affermazione non è mai stata corroborata da alcuna statistica ed è apparsa in particolare per attaccare l’esecutivo in carica (…), non è la prima volta che le Nazioni Unite attaccano il governo italiano lega  / 5 stelle (… ). L’ONU ora ricomincia ad attaccare l’Italia sul decreto sicurezza bis, citando “violazioni dei diritti umani”, mentre Roma non fa altro che rispettare la Convenzione di Ginevra sui rifugiati che consente l’espulsione dei richiedenti asilo per motivi di sicurezza. Inoltre, la stessa ONU ha accettato che l’Arabia Saudita, paese noto per le numerose violazioni dei diritti umani, faccia parte della Commissione per i diritti umani, quando questo paese, sorprendentemente meno condannato dell’Italia dall’ONU, è l’ultimo a poter dare lezioni all’Italia».

Rifiuto di mangiare cibo non islamico e «troppo occidentale» e altre crescenti richieste dei migranti

La strategia delle lobby pro-migranti mirante a demonizzare / delegittimare non solo gli ambienti politici sovranisti ma anche qualsiasi volontà di applicare le leggi in vigore per combattere la migrazione illegale o incontrollata di migranti illegali, ha come diretta conseguenza l’idea che essi siano nei loro buoni diritti, che incarnano il campo del Bene mentre quello del Male sarebbe lo stato occidentale ex coloniale di accoglienza e le sue leggi in vigore da combattere in nome della legittimità superiore del migrante cui vengono attribuite tutte le virtù progressiste ed esotiche. Ricordiamo alcuni esempi che illustrano perfettamente questa inquietante tendenza e che spingono i migranti a comportarsi in modo sempre più esigente e violento nonostante siano arrivati illegalmente. Il 3 novembre 2015, dopo la chiusura del Lycée Jean-Quarré, alcuni migranti accolti in un centro a Campcueil (Essonne) hanno manifestato il loro «malcontento» sulle condizioni dell’accoglienza esigendo principalmente: « un buon alloggio per tutti; pratiche facilitate per il trattamento sanitario; lezioni di francese e biglietti gratuiti; cibo di qualità migliore e persino acqua minerale », anche se l’acqua corrente in Francia è potabile. I migranti hanno aggiunto che lo staff  « non deve mancare di rispetto ai rifugiati » e si sono lamentati anche del fatto che nei loro alloggi c’è dell’amianto. Una situazione tanto più grottesca se si pensa quale potrebbe essere la situazione di questi «sfortunati» nei loro paesi di origine.
Per essere ascoltati, i rifugiati hanno manifestato davanti al municipio di Mennecy e alla prefettura di Evry in RER gridando « siamo malati a causa dell’acqua », critiche che hanno stupito persino la fortemente immigrazionista Croce Rossa. Praticamente tutti maschi, di età compresa tra i 30 e i 40 anni, tutti equipaggiati con portatili di ultima generazione, nuovissimi Nike, i migranti sono arrivati con treni regionali incappucciati (per evitare le telecamere di sorveglianza) e  armati di lame, coltelli, manganelli. Da allora, i casi di rifugiati – per lo più falsi e arrivati illegalmente attraverso rotte migratorie criminali – che si permettono di esprimere richieste sempre più esigenti e talvolta violente, sono un fenomeno riscontrato in tutti i paesi dell’Europa occidentale. Nel maggio 2018, le «proteste» dei migranti sedicenti «maltrattati» sono degenerate e sono stati feriti agenti di polizia  a causa di una rivolta nel centro di ritenzione amministrativa di Cornebarrieu. Motivo della sollevazione: due camere considerate non idonee erano state chiuse e i migranti che avevano rifiutato di essere trasferiti in altri ambienti avevano innescato un incendio dopo aver riempito le camere di lenzuola e provocato anche un principio d’incendio fortunatamente domato dai sorveglianti.
Questo fenomeno di rivendicazioni sempre più violente da parte di migranti illegali o di pseudo-richiedenti asilo, incoraggiati alla rivolta dalle ONG pro-migranti, può essere constatato in ogni parte d’Europa. Il 29 luglio 2015, in Veneto e a Udine, nel nord Italia, «rifugiati» e migranti clandestini provenienti da diversi centri di accoglienza hanno rifiutato di mangiare pastasciutta e pizze, buttando via il loro cibo  ed esigendo con veemenza pasti hallal o più «variati» e «meno occidentali». Anche qui gli intellettuali immigrazionisti hanno concesso «circostanze attenuanti» o «attenuanti culturali» a migranti vendicativi che vengono presentati come persone con un’identità violata in quanto vittime di «inculturazione» [e poi si parla tanto di mancata integrazione colpevolizzando noi! -n.d.T.]. Quindi, per la sociologa e giurista italiana Iside Gjergji, il fatto che giornali di destra e la Lega abbiano denunciato energicamente le richieste dei migranti che sempre più rifiutano il cibo troppo italiano o non-hallal sarebbe di per sé una forma di «razzismo» e intolleranza. L’idea è che bisognerebbe effettivamente cedere alle «varie» (hallal o esotiche) richieste culinarie dei migranti perché l’attaccamento al cibo del paese sarebbe per questi sfortunati «l’ultimo indicatore di appartenenza»… Da allora, le ONG e le autorità italiane stanno cedendo alle rivendicazioni comunitariste e religiose dei migranti le cui richieste ed esigenze continuano a crescere. [Situazione che risale al governo precedente e che si tenta ora di arginare (a fatica) -n.d.T.]
Più recentemente, in Germania, gli assistenti sociali incaricati della gestione dei rifugiati / migranti irregolari detenuti nei centri di detenzione hanno deplorato l’ « aumento esponenziale delle rivedicazioni, spingendosi a volte fino al punto di chiedere case e auto private! ». Inoltre, nel nord della Germania, di fronte alla constatazione che l’esecuzione di « faccende domestiche» può costituire « umiliazione » e « disonore » in particolare per i migranti maschi non occidentali provenienti da paesi africani e islamici,  classi di studenti universitari sono state inviate nei centri di accoglienza per rifugiati per ripulire la spazzatura e fare i letti agli sfortunati richiedenti asilo e migranti illegali…
Nel Regno Unito, i migranti in diversi centri di detenzione si sono lamentati del cibo « troppo occidentale» e hanno chiesto e ottenuto piatti « più diversificati». Gli immigrati sospettati di essere illegalmente qui devono ricevere più cibo « culturalmente diversificato », ha detto un membro dello staff in un centro di detenzione. I ristoratori affermano che è stato loro detto che i pasti a Yarl’s Wood, dove gli immigrati illegali sono in attesa di espulsione, sono « troppo occidentali». Yarl’s Wood ospita oltre 300 migranti provenienti da 61 paesi, in maggioranza provenienti da India, Pakistan, Afghanistan, Cina o Africa sub-sahariana. La società privata Serco, che gestisce il centro nel Bedfordshire, ha affermato che « migliorerà i suoi menu». Nel suo «rapporto» Peter Clarke, l’ispettore capo delle prigioni, ha concluso che « il cibo che abbiamo provato era buono, ma la maggior parte dei piatti erano di tipo occidentale e il menu mancava di diversità culturale. Il pranzo consisteva principalmente di baguette o insalata».
Intimidito  dalla retorica vittimista delle lobby e dei sociologi pro-migranti, l’Ispettorato delle prigioni di Sua Maestà (HMIP) ha concluso in un « rapporto » sui diritti dei migranti illegali detenuti, che il cibo dovrebbe essere maggiormente «adattato ai bisogni religiosi e culturali» dei migranti e quei menu dovrebbero «riflettere le diverse esigenze della popolazione». Indignato da questi risultati, il deputato conservatore Philip Davies ha risposto che « si tratta di persone che in primo luogo non dovrebbero essere in questo paese, e dunque dovrebbero essere grati che ce ne prendiamo cura così bene. Cosa che non succede in molti altri paesi». In realtà, la base rivendicatrice disinibita dei rifugiati è il risultato di un’azione sovversiva a lungo influenzata da numerose associazioni e ONG pro-migranti che forniscono loro tutti i tipi di trucchi, che distillano una visione paranoico-vittimista che li deresponsabilizza totalmente facendoli spesso manipolare da cerchie anti-sovraniste di estrema sinistra e da associazioni islamiche: Secours Populaire (legato al CPF), Islamic Relief, Mezzaluna rossa, Soccorso Protestante (CIMADE / sinistra cristiana terzomondista), Catholic Relief Services (idem ), Organizzazioni benefiche legate al Vaticano, ecc.

Da Lampedusa a Gibilterra …

Lampedusa, città  (ed isola) italiana più famosa al mondo grazie alla sua posizione strategica tra la Libia e la Sicilia per l’arrivo dei migranti clandestini, è da anni sull’orlo del caos, tanto i migranti sono diventati sempre più incontrollabili e minacciosi. Le forze di polizia presenti sull’isola sono anche impotenti a gestire il flusso di richiedenti asilo, veri / falsi rifugiati e altri immigrati illegali, arrivati​ attraverso le reti criminali di traghettatori, oggi più numerosi degli abitanti siciliani dell’isola. Nel centro di Lampedusa, alcuni anni fa saccheggiato da una banda di migranti clandestini «scontenti» della loro sorte che chiedevano di essere trasferiti al Nord, il centro di detenzione è sempre più popolato da tunisini e altri rifugiati economici collegati a reti del mercato nero e di traffici sempre più fuori controllo. Questi migranti, spesso vendicativi, delinquenti e sensibili alle idee islamiste antioccidentali, affollano le strade e le piazze dell’isola sfuggendo a chi controlla il centro di accoglienza.
Regolarmente interrogato dalla stampa italiana, il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, afferma che il problema è reale e non è perché lo dice Matteo Salvini che è falso: «C’è un serio problema di ordine pubblico, e siamo soli. Il centro è normalmente controllato dalla polizia, dai carabinieri e dalla guardia di finanza, ma i tunisini entrano ed escono come vogliono. Turisti, albergatori e commercianti protestano (…), i migranti minacciano, attaccano, rubano, l’hot spot deve essere chiuso». L’hot spot è, infatti, un centro di prima accoglienza e identificazione. Il sindaco di Lampedusa, che non aderisce alla Lega di Salvini perché eletto col sostegno di una sezione del Partito Democratico (PD), aggiunge: «Non si possono più tollerare i bar pieni di tunisini sfaccendati che molestano le donne, che minacciano e rubano ». Il sindaco riporta fatti inquietanti: «Un venditore di frutta di fronte alla stazione di polizia è stato derubato dai migranti due volte. I furti nei negozi di abbigliamento e alimentari così come le aggressioni dei turisti sono continui. Se non siamo in grado di gestire questa situazione, sapendo che molti di questi migranti sono delinquenti, allora dobbiamo metterli in prigione o espellerli».
Anche l’ex sindaco di Lampedusa, Giuseppina Niccolini, fortemente immigrazionista, che ora fa parte della dirigenza del PD, ammette che dopo la chiusura della «rotta libica» nel 2018, un flusso di migranti dalla Libia è ripresa dalla Tunisia, flussi di piccoli gruppi arrivano con piccole imbarcazioni a Lampedusa e sulla costa di Agrigento per sfuggire ai controlli della marina italiana. [Continuano ad essere immigrazionisti e tuttavia ora spostano il problema sulle espulsioni; il che oltre ad essere contraddittorio è anche in mala fede perché il discorso delle espulsioni è notoriamente più complesso necessitando di accordi bilaterali -n.d.T.]
I responsabili della città e del centro di Lampedusa (ma anche di altre città italiane in cui si trovano centri di accoglienza) ricevono quotidianamente messaggi di turisti terrorizzati, direttori di hotel, commercianti o ristoratori preoccupati che denunciano inciviltà, furti e aggressioni da parte di migranti fuggiti dai centri di detenzione. Parlando con Rainews24, un cittadino testimonia: « Siamo soli. C’è un serio problema di ordine pubblico. Siamo accoglienti, ma deve essere imposto nuovamente l’ordine [ma prima (col governo precedente) c’era?-n.d.T.] contro le infrazioni della legge e l’insicurezza ». È vero che i migranti, una volta «identificati» nell’hot spot di Lampedusa, sono liberi di circolare per le strade e questo crea molti problemi di sicurezza. I casi di atti di violenza e delinquenza di migranti collocati in centri di accoglienza, ma di fatto liberi di circolare sfuggendo alla vigilanza della polizia a causa della progressiva depenalizzazione del crimine di migrazione illegale richiesto dall’Unione europea e dall’ONU, ha portato a situazioni esplosive nei centri di tutta Italia.
Uno dei tanti casi è quello verificatosi l’8 ottobre 2018, a Foggia (nell’Italia meridionale), quando 50 migranti hanno aggredito agenti di polizia per impedire l’arresto di un migrante. I clandestini extracomunitari hanno circondato la polizia, i poliziotti sono stati presi a calci pugni e lanci di pietre e proiettili. Come al solito, i media e gli intellettuali o politici di sinistra, che non mancano di difendere i diritti dei migranti illegali contro le guardie di frontiera, Frontex o la polizia italiana, si sono ben guardati dal parlare di questi casi di violenza dei migranti, che hanno sempre «circostanze attenuanti», giacché i «veri» responsabili sarebbero la polizia, le autorità italiane e naturalmente la Lega di Matteo Salvini accusata di «islamofobia» e «xenofobia».

Le enclaves spagnole di Ceuta e Melilla: la strada «occidentale» dei migranti illegali e dei loro metodi violenti

Altri punti di ingresso per i migranti illegali nell’«Eldorado europeo»: lo Stretto di Gibilterra (isola britannica tra il Marocco e la Spagna) e – ancor di più – le enclaves spagnole di Ceuta e Melilla nel nord del Marocco. Questi punti strategici sono l’equivalente di Lampedusa / Malta e Agrigento per la Spagna. E c’è un maggiore afflusso di migranti illegali in quest’area poiché i flussi sono stati ridotti a Lampedusa a causa della politica di fermezza di Matteo Salvini. Tra molti altri eventi, citiamo l’«attacco migratorio» del 26 luglio 2018, quando 600 giovani e robusti migranti africani hanno attraversato il confine spagnolo con violenza folgorante- come un commando che non somigliava per nulla ad un gruppo di «vittime» o «deboli» e ancor meno di persone pacifiche e  rispettose delle leggi vigenti. Questi 600 migranti africani (per la maggior parte sub-sahariani) hanno raggiunto l’enclave spagnola di Ceuta «assaltando» la doppia recinzione col lancio di calce viva, escrementi e acido contro i poliziotti dall’altro lato del filo spinato impossibilitati a fronteggiare questo vero e proprio abbordaggio.
Dal febbraio 2017, quando 650 migranti sono riusciti a entrare illegalmente in città, Ceuta è diventata uno degli obiettivi preferiti dai trafficanti. Infatti, la Spagna è di nuovo (come negli anni 2000) la prima via d’accesso all’immigrazione clandestina in Europa verso l’Italia poiché la «strada attraverso la Libia» è un po’ più controllata. José Cobo, portavoce dell’Unione della Guardia Civil spagnola (AEGC), riferisce che i migranti usano spesso spray lanciafiamme e che gli «assalti» della barriera sono tutti molto violenti. La Guardia Civil ha denunciato l’uso di contenitori pieni di escrementi e calce viva contro gli agenti spagnoli, poi spray accesi come «lanciafiamme» oltre che di pietre e bastoni… Ma di fronte all’indignazione delle «associazioni» e delle ONG pro-migranti che hanno denunciato il fatto che molti migranti sono regolarmente feriti mentre scalano la recinzione, il governo socialista spagnolo ha annunciato la sua intenzione di rimuovere il filo spinato dalle recinzioni di Ceuta e Melilla. In cambio, la polizia spagnola chiede «più guardie civili e più attrezzature antisommossa e protezione». Ancora una volta, le «associazioni» pro-migranti o altre ONG «umanitarie» sono riuscite a ridurre la guardia dei paesi europei responsabili della gestione delle frontiere esterne dell’UE invocando «diritti umani».

Legittimazione e depenalizzazione dell’immigrazione clandestina

Questo fenomeno che tende a depenalizzare / legittimare / giustificare l’immigrazione clandestina per impedire agli stati-nazione occidentali di difendere efficacemente i propri confini è il risultato di una strategia di lungo respiro perseguita da potenti forze immigrazioniste costituite da ambienti ONU ed europeisti  nonché da associazioni / ONG e partiti politici coperte dai media e dalle autorità giudiziarie e costituzionali. Così, in una sentenza del luglio 2018, a seguito di un ricorso dell’attivista immigrationista Cedric Herrou e altri gruppi «di supporto» di migranti illegali, il Consiglio costituzionale ha affermato che « l’aiuto disinteressato a soggiorni irregolari non può essere perseguibile penalmente». Nel nome del «principio di fraternità». Una vera vittoria per tutte le ONG, le associazioni e i partiti politici pro-immigrati impegnati nella lotta per smantellare gli stati-nazione e delegittimare i confini nazionali. Già, il 22 aprile 2018, l’Assemblea nazionale aveva dovuto ammorbidire il «crimine di solidarietà» per «alcune persone che aiutano i migranti».
Inchinandosi alle pressioni di organizzazioni non governative, associazioni e organismi delle Nazioni Unite e a favore dei diritti umani pro-migranti, i deputati francesi hanno votato in modo schiacciante a tutti gli effetti l’emendamento a uno dei punti sensibili del disegno di legge Collomb che prevedeva «deroghe» al reato di aiuto a migranti illegali, in particolare «quando il presunto atto è stato quello di fornire consulenza e supporto, compresi i servizi giuridici, linguistici o sociali, o di catering, alloggio e assistenza medica destinate a garantire condizioni di vita dignitose e  decenti all’immigrato ». La deroga si applica anche «a qualsiasi altro aiuto volto a preservare la dignità o l’integrità fisica di costui, o qualsiasi trasporto direttamente collegato a una qualsiasi di queste eccezioni, eccetto laddove l’atto abbia dato origine ad una contropartita diretta o indiretta o sia stato compiuto per profitto».

Aumento dei diritti dei migranti regolari e irregolari: assistenza sanitaria di Stato (AME), trasporti gratuiti …

Cedendo alle pretese morali delle lobby anti-sovraniste che da anni esigono che gli stati europei garantiscano ai migranti tutti i diritti e i benefici dei cittadini, anche se si tratta di immigrati illegali, per distruggere l’idea stessa di Stato sovrano e di confini, la tendenza delle democrazie dell’Europa occidentale è quella di concedere sempre più benefici speciali e privilegi ai migranti, chiunque essi siano. Se prendiamo i casi dell’AME, delle pensioni o dei trasporti gratuiti per gli stranieri, possiamo addirittura parlare in alcuni casi di autentiche «preferenze nei confronti dello straniero». Conosciamo bene la severità dei controllori quando un cittadino francese o uno straniero in regola non hanno un biglietto di trasporto nei treni come negli autobus, metropolitana, tram o RER, per lo meno verso individui isolati e non violenti… Si sa ad esempio che da anni la SNCF, la compagnia ferroviaria nazionale, ha concesso a gruppi di clandestini (solo alcuni dei quali sono richiedenti asilo) il privilegio del trasporto gratuito cui neppure francesi in stato di povertà estrema e molto anziani hanno diritto.
La SNCF ha infatti riconosciuto che i suoi controllori «possono effettuare prenotazioni a 0 euro per gruppi di migranti»: il che significa non verbalizzarli e quindi concedere loro posti liberi per il resto del loro viaggio. Ciò può indignare molti utenti «normali», cittadini solventi, che possono deplorare la grande severità dei controllori nei confronti degli utenti non minacciosi e onesti e assistere viceversa a situazioni in cui gruppi di «giovani minacciosi» e violenti hanno beneficiato di totale impunità.
Questa «tolleranza» di fatto dovuta all’impossibilità da parte delle forze di polizia di assistere sempre tutti i controllori, si aggiunge oggi al trasporto gratuito per i gruppi di «migranti clandestini» o richiedenti asilo.  Contattata da francetv info, la direzione della SNCF ha giustificato la sua politica negligente nei confronti dei migranti che viaggiano senza biglietto: «A volte ci troviamo di fronte a persone senza biglietto o che non hanno il biglietto giusto.  Non è sempre facile, infatti, scegliere il luogo e la propria destinazione quando non si parla francese (…). Così abbiamo dato libertà d’azione ai controllori» dice lo SNCF, per evitare che «essi circolino da una vettura all’altra», in nome di una «autentica politica umanitaria». Quindi, « quando una famiglia sale su un treno senza biglietto, non la faremo scendere alla prima stazione lasciandola dormire al freddo ».

Pensioni minime più alte per gli stranieri che non hanno versato contributi prima dei 60 anni

Si ricorderà che i migranti irregolari che arrivano sul suolo francese fanno quasi tutti richiesta di asilo all’OFPRA, che quindi offre loro lo status di richiedenti asilo (ADA). Il migrante clandestino che è diventato un richiedente asilo riceve poi, oltre all’alloggio di emergenza, 205 euro al mese. Certo, l’ADA mira a compensare il fatto che i richiedenti asilo non sono autorizzati a lavorare. Tuttavia, con l’afflusso di migranti e la mancanza di posti disponibili in centri pubblici specializzati, questi sono sempre più ospitati in alberghi confortevoli piuttosto costosi e talvolta situati nel cuore delle città per via del rifiuto di migranti e delle associazioni che li difendono di rimanere nelle zone rurali. Ciò implica l’esplosione di costi per lo stato e / o le autorità locali, specialmente se includiamo i 50.000 «minori non accompagnati», di solito falsi minori che costano miliardi a dipartimenti totalmente saturi. E molti dei migranti ADA, lavorando in nero nella ristorazione o nelle costruzioni (come dimostra l’Ispettorato generale del lavoro), cumulano l’ADA con i loro «stipendi» e gli aiuti finanziari indiretti, come i trasporti gratuiti e soprattutto l’AME, l’assistenza sanitaria di Stato.
Se si confronta la situazione di un migrante con quella di un pensionato non residente in un alloggio di emergenza, constatiamo che un richiedente asilo non beneficiario riceve 7,4 euro al giorno, o 229,4 euro in aggiunta ai 204 del pensionato, ossia 433 in totale. A questo notevole sostegno pubblico, vanno aggiunti i numerosi aiuti non monetari (cibo, vestiario, ecc.) forniti dalle «associazioni» e dalle ONG, molto più mobilitati per i migranti rispetto ai senzatetto e ai pensionati autoctoni più poveri. Basti sapere che alcune pensioni francesi sono estremamente basse per coloro che hanno versato pochi contributi: specialmente piccoli artigiani e piccoli commercianti e agricoltori. Naturalmente, questi poveri pensionati possono richiedere l’indennità di solidarietà per gli anziani (ASPA), che costituisce un supplemento di pensione che consente loro di raggiungere 868 euro al mese. Una piccola pensione di 433 euro corrisponde a più di quindici anni di contributi per una persona al salario minimo interprofessionale di crescita (SMIC). L’ASPA può invece superare il reddito di un richiedente asilo, ma è rimborsabile dagli eredi della proprietà, il che spesso incoraggia i modesti pensionati a non chiederlo per lasciare «qualcosa» ai propri figli.
L’ASPA è infatti diventata una vera fonte di disparità di trattamento tra concittadini e stranieri, a scapito dei primi. Così, solo con dieci anni di residenza, gli stranieri che non hanno mai versato contributi in Francia possono beneficiare della ASPA nella sua totalità (868 euro), senza preoccuparsi l’impatto sulla successione perché non possiedono alcun bene in Francia mentre, sulla stessa base, i pensionati francesi beneficiari dell’ASPA dovranno rimborsarla al momento della successione.
In realtà, promuovendo la sicurezza dei clandestini pronti a tutto per entrare illegalmente nel territorio europeo, le lobby, le ONG e le associazioni pro-migranti perseguono un obiettivo chiaramente ideologico sovversivo che consiste nell’impedire agli stati nazionali europei di controllare i flussi migratori illegali , attraverso la difesa della figura neo-cristica del Migrante dotato di tutte le virtù. L’obiettivo di questa strategia è in definitiva quello di distruggere definitivamente l’identità occidentale dell’Europa e delegittimare l’idea stessa di confini e di sovranità degli Stati. Questa impresa globale di delegittimazione dello stato-nazione è trasmessa da molti politici o ecologisti di sinistra e di estrema sinistra, dalla Commissione europea, dal Consiglio d’Europa e, naturalmente, dalle Nazioni Unite, come abbiamo visto con l’inconcepibile patto di Marrakech [qui]. L’idea è che la migrazione di massa di popolazioni non europee sarebbe inevitabile e che il modo migliore per arginare la migrazione illegale sarebbe quello di legalizzarla, ossia semplicemente di depenalizzarla facendo passare gli internamenti, le carcerazioni, le espulsioni, gli arresti e i controlli dei migranti illegali per «violazioni delle libertà e dei diritti degli stranieri». Da questo punto di arresti e controlli di migranti illegali per «violazioni delle libertà e dei diritti degli stranieri». Da questo punto di vista il diritto i emigrare sarebbe di per sé un «diritto inalienabile» che parteciperebbe della salvaguardia dei diritti umani. Pertanto, se gli Stati-nazione continuano ad applicare le leggi esistenti che penalizzano la migrazione irregolare e a concedere diritti specifici e superiori ai cittadini autoctoni e ai residenti stranieri, negandoli agli immigrati irregolari – come è normale che faccia qualsiasi stato sovrano – «violerebbero» i diritti umani, che sarebbero superiori a quelli nazionali da un punto di vista morale. Secondo la logica cosmopoliticamnete corretta, i diritti dei cittadini autoctoni di ogni Stato non dovrebbero mai essere superiori a quelli degli stranieri, anche quando sono immigrati illegali o delinquenti.
[Traduzione di Antonio Marcantonio per Chiesa e post-concilio]