Narrazione di regime: la 17enne olandese non ha ottenuto l’eutanasia di Stato; semplicemente le è stato concesso di lasciarsi morire di fame e di sete.
Una 17enne olandese, Noa Pothoven, vegana fin dall’età di 9 anni, ha scelto di morire dopo anni di sofferenze psichiche seguite ad una violenza subita da bambina. La ragazza, morta domenica, aveva dichiarato di non sopportare più di vivere a causa della sua depressione.
A seguito della violenza, soffriva di stress post traumatico e di anoressia. Con il libro “Vincere o imparare”, la sua autobiografia, voleva aiutare altri giovani come lei, sostenendo che i Paesi Bassi non hanno istituzioni o cliniche specializzate a cui i ragazzi possono rivolgersi per trovare un supporto psicologico.
Sul suo profilo Instagram il suo messaggio d’addio. «A lungo ho pensato se condividere questo ultimo post. Forse sembrerà inaspettato, ma questo è un progetto che ho da molto tempo, non è una decisione d’impulso. Entro massimo 10 giorni morirò. Dopo anni di battaglie, il combattimento è finito. Ho smesso di bere e mangiare e dopo molte discussioni e valutazioni, è stato deciso di lasciarmi andare perché la mia sofferenza è insopportabile».
AGGIORNAMENTO
Il sito olandese De Gelderlander, che per primo ha dato la notizia, ha seguito dal 2018 il percorso di Noa verso la morte raccontando che, senza che i suoi parenti ne fossero a conoscenza, nel 2016 la ragazza si era rivolta alla clinica “Life end” dell’Aia.
“Secondo quanto riferiscono i media olandesi, la ragazza aveva chiesto l’eutanasia di Stato, legale nei Paesi Bassi, ma i medici incaricati di esaminare il suo caso l’avevano respinto, in virtù della giovane età e del problema psichiatrico alla fonte. Noa è stata indirizzata verso psicoterapie e la sua richiesta rinviata al compimento dei 21 anni per una nuova eventuale valutazione dell’eutanasia. Ma lei non ce l’ha fatta ad aspettare e ha scelto di morire a casa”.