di Alessandro Sallusti – – Il suo governo ha tagliato, e non di poco, le pensioni agli ufficiali a riposo e lei, la ministra grillina della Difesa Elisabetta Trenta, ha deciso che la parata militare di domani, 2 giugno festa della Repubblica e delle Forze armate deve avere come tema «l’inclusione», manco fosse il congresso dell’Azione cattolica. Tanto è bastato per creare malumore, se non rabbia, tra i militari che mal si prestano a essere strumentalizzati per diatribe politiche. Se quelli in servizio devono sottostare alla regola che recita «obbedir tacendo», gli ex non nascondono il disappunto tanto che per la prima volta tre ex generali capi di stato maggiore diserteranno per protesta la tradizionale sfilata di Roma sui Fori Imperiali.
Questo governo di incapaci è riuscito pure nella non facile impresa di fare «ammutinare» il nostro esercito, un gioiello di professionalità e generosità che gode, secondo l’Eurispes, della fiducia e dell’ammirazione incondizionate del 73 per cento degli italiani. Solo dei pazzi e, detto senza offesa, solo una donna poteva combinare un simile disastro.
I soldati non sono volontari di carità, preti o politici e neppure poliziotti. Sono dei professionisti che non hanno il compito di «includere», semmai di «escludere» che qualcuno attenti all’unità nazionale, all’indipendenza della nazione, alle libertà democraticamente sancite in ogni angolo del mondo.
A centinaia di migliaia sono morti prima per fare l’unità d’Italia e poi per difenderne i confini.
Sottoporre l’esercito a una signora, Elisabetta Trenta, professoressa nell’università dei servizi segreti, la Link University, e imbevuta di ideologia grillina para marxista, è stato un affronto gratuito per chi è erede e custode della memoria di uomini che hanno affrontato «obbedir tacendo» sacrifici immani. Che cosa dovrebbero «includere» i militari se non la loro lealtà nei confronti della Repubblica? Non per nulla il loro giuramento recita: «Giuro di essere fedele alla Repubblica italiana, di osservarne la Costituzione e le leggi e di adempiere con disciplina e onore tutti i doveri del mio stato per la difesa della Patria e la salvaguardia delle libere istituzioni».
Ammutiniamoci anche noi da questo governo e da questa ministra. Tra loro, gli immigrati da «includere» e i nostri soldati non abbiamo alcun dubbio da che parte stare.