Reddito di cittadinanza senza controlli. Rom e clandestini ringraziano

Imbroglioni. Solo questo si può dire a Di Maio e a chi ne sta eseguendo gli ordini. Il reddito di cittadinanza si sta rivelando un clamoroso bluff che finirà in un gigantesco danno erariale per lo Stato. E chissà a chi è in distribuzione. Non si può sapere chi beneficia della regalia per non faticare.
Di Maio non si illuda, perché l’inganno dell’elemosiniere a Cinquestelle non regge più. Ha messo sottosopra l’Inps per lavorare esclusivamente al sussidio da erogare prima del voto a chi non lavora anche se fosse un delinquente, ma rischia assai. E proprio prima del voto – come ha chiesto ieri Giorgia Meloni – il governo ha il dovere di far sapere a chi sta distribuendo questi soldi nostri.
E’ una porcata per almeno cinque motivi. Le pretese di Di Maio sull’Inps sono una vergogna. Lo Stato non è casa sua.

Girano quattrini, non si sa ancora a chi vanno a finire.
Cinque vergogne
1) Non ci sono controlli, ci si deve fidare dell’autocertificazione per decisione dell’istituto, a sua volta sempre più soggetto alla volontà politica del ministro “competente”.
2) Si erano promesse sanzioni durissime per i furbi. Se i controlli sono successivi, ecco due problemi: il delinquente intasca. E poi chi si azzarderà ad effettuare controlli dimostrando così l’imbroglio?
3) Tutto congiura per un grandissimo danno erariale per lo Stato, su cui dovrebbe mettere la lente d’ingrandimento la Corte dei Conti. I funzionari che firmano sono angosciati, non hanno il coraggio di dire di no.
4) E così quei 6 miliardi di cui si è favoleggiato finora stanno finendo – per circa un miliardo – nelle tasche di rom e clandestini. Gli stranieri in totale che stanno riscuotendo il reddito di cittadinanza sono il 15 per cento del totale. Capite bene che ingiustizia si sta verificando nei confronti degli italiani.
5) Tra le carte che girano all’Inps c’è anche un messaggio interno dalla direzione generale ammortizzatori sociali alle varie strutture dell’Inps (6 maggio scorso) per “forzare” sulle domande che non soddisfano appieno i requisiti. Pagate e poi vediamo, insomma.
La questione era stata sottoposta a Di Maio dal capogruppo di Fdi alla Camera, Francesco Lollobrigida. Ovviamente, silenzio da parte del ministro. Ecco perché fa bene la Meloni a porre la questione della trasparenza prima del voto.
Li danno a Rom e clandestini

E’ giusto dare il sussidio ad un clandestino anziché ai poveri di casa nostra? Oppure ai Rom o addirittura a personaggi condannati?
E’ normale che l’Inps sembri destinato a trasformarsi da Istituto al servizio dello Stato a filiale della piattaforma Rousseau? Di Maio non può permettersi di non rispondere a domande che riguardano la trasparenza nella gestione dei soldi pubblici.
Se resta silente, vuol dire che il vicepremier sta giocando una spericolata partita di scambio elettorale.

Quattrini nostri per i voti alle europee. I campioni della moralità altrui non hanno alcun titolo per sbeffeggiare il popolo italiano e l’opposizione ha il dovere di incalzarli per costringerli a dire la verità su quello che stanno combinando.
Questa porcata grida vendetta. La magistratura contabile dovrà chiamarli a rispondere.

Francesco Storace