di Aldo Grandi
Chi, come il sottoscritto, fa questo lavoro di merda da trent’anni, ha, ormai, compreso quali sono i meccanismi in base ai quali funziona il sistema di quella che, pomposamente, viene definita libertà di informazione. Ci sono insegnanti, giornalisti, editori che si sciacquano la bocca cercando di spiegare ai ragazzi delle scuole, futuri improbabili lettori (buon per loro) quali sono i principi che dovrebbero ispirare il nobile mestiere di chi scrive. In realtà non è così, la sostanza è ben diversa e peggiore della forma che si tenta di spacciare per verità. Basterebbe guardare i quotidiani del gruppo De Benedetti per rendersi conto che, come ai tempi di Berlusconi, anche per Salvini si addita il nemico e si contesta sempre e comunque soltanto perché la pensa diversamente dagli intellettuali della sinistra svenduta ai poteri forti e alle masse che di operaio, oggi, non hanno più nemmeno quella coscienza di classe invocata fino a qualche decennio fa.
Oggi, la sinistra sta, è assurdo, ma è così, con i poteri forti, con gli organismi sovranazionali, con tutte quelle forze che possono distruggere, da un lato, ogni residuo di identità nazionale e, dall’altro, far emergere l’Uomo Nuovo, una sorta di meticcio senza identità né antropologica, né storica, né sessuale che dovrebbe sostituirsi all’attuale Occidente in inevitabile e costante declino. Sta, cioè, con tutti fuorché con gli italiani. Perfino l’Islam, perfino il papa sono convinti, come la sinistra laica e ideologizzata, che tutto sia meglio piuttosto che un sano ritorno a quell’orgoglio nazionale che è l’opposto di ogni mondialismo e non si identifica, per nulla, con il fascismo o il nazionalsocialismo di nefasta memoria.
Cominciano a destare sospetti le inchieste che portano alla luce presunti episodi di corruzione e non tanto, presumibilmente, per il loro contenuto, quanto per la loro tempestività, a ridosso di elezioni che, già in passato, hanno finito per far pendere la bilancia in favore di una sinistra che di pulito non ha nemmeno più l’anima.
Ormai è evidente. Si vuole ‘uccidere’ e a nostro avviso nemmeno tanto metaforicamente, colui che viene additato, addirittura, da una docente giustamente sospesa, come un nuovo Mussolini o un nuovo Hitler ed il bello – o il brutto – è che con lei si sono schierati cani e porci, tutti, però riconducibili alla solita schiera di militanti con la coscienza sporca del Pensiero Unico Dominante. Leggete i giornali di Carlo De Benedetti, i quali non hanno mai scritto che la Sorgenia, società del loro editore, deve 600 milioni di euro al Monte dei Paschi, soldi della collettività. 600 milioni di euro: vi rendete conto? E allora qualcuno dovrebbe avere il coraggio di prendere la propria penna o il proprio pc e gettarlo nel cesso.
Invece tuonano, come oggi, erigendosi a paladini della verità e della giustizia, questi peracottari cresciuti a pane e ’77, i più anziani a pane e ’68, tutti, comunque a pane e rivoluzione sì, ma dovunque fuorché in casa propria dove i soldi contano e il benessere è indubitabile.
Ai lettori, questo scribacchino fornisce, di pancia, alcuni consigli in vista delle prossime elezioni europee e non solo. Non abbiate paura. L’altro giorno un giornale che si definisce progressista per eccellenza, lo stesso di sempre, titolava in prima pagina sui mercati che, per colpa di Salvini, puniscono l’Italia facendo impennare lo spread.
Siamo, così, diventati non uomini, non donne, non esseri umani dotati di autonomia e pensiero critico. No, dipendiamo tutti dagli indici economici, dalla finanza mondiale, da chi può spostare miliardi di euro decidendo del presente e del futuro di ognuno di noi. Ed il clamoroso bluff è che la sinistra, una volta schierata con la gente comune, oggi è pappa e ciccia con i vertici di questo sistema finanziario ed economico che mira ad una nuova edizione, concreta, di Blade Runner di Ridley Scott o di 1984 di George Orwell il quale, negli anni della guerra, aveva capito più lui dell’essenza del comunismo sovietico di quanto, per decenni, si rifiutarono di comprendere i dirigenti di un partito, quello comunista, che la libertà non sapeva nemmeno dove stesse di casa, sicuramente non in casa propria.
Per chi il problema della sostituzione etnica e dell’avvento dell’Islam in Europa è centrale. Aggiungiamoci poi quello della sicurezza. Poi tanti altri. Ebbene, saremo anche ciechi come gattini appena nati, ma nessuno ci toglie dalla testa che se Salvini dovesse cadere, l’Italia sarebbe, letteralmente e nuovamente invasa dalla nuova classe senza coscienza, ossia quella degli immigrati ai quali di fuggire dalla guerra o dalla fame frega niente ed interessa solamente sbarcare nel nuovo Eldorado. E’ un po’ come negli anni della (in)sana contestazione quando l’operaio massa tanto reclamato e esaltato dalla sinistra extraparlamentare, invece di interessarsi della rivoluzione e della guerra al capitale, sfilava in corteo chiedendo più soldi e più fica al punto che molte giovani compagne dell’epoca sacrificarono le proprie bellezze alla causa politica concedendo quella solidarietà che averebbe abbattuto gli steccati di classe.
Noi volevamo che venissero chiusi i porti, a dire il vero spostare il confine a dodici miglia dalla costa e impedire l’accesso a chiunque. Chi salpa dall’Africa lo fa pagando cifre astronomiche quindi non è alla fame, e chi li trasporta fa business e non carità, esattamente come le navi delle Ong, le quali agiscono per motivi squisitamente ideologici. Ebbene, Salvini è stato l’unico a fare qualcosa di molto concreto e lo si deduce dalle critiche che riceve dalla sinistra e da quell’infiltrato di papa Francesco, a nostro avviso più simile ad un Imam che non a un pontefice.
Vi vogliono far credere, gente, che votare Salvini o ripudiare l’Unione Europea e l’Organizzazione delle Nazioni Unite sia l’anticamera della guerra. Con questo ricatto fanno i loro porci comodi riducendo le popolazioni a tanti miliardi di consumatori e niente più. Bene, meglio una tazza di latte in casa propria che essere schiavi di qualcun altro.
Noi non conosciamo Salvini e quando abbiamo cercato di intervistarlo non ci ha cacati di striscio, ma questo non ci interessa. Quello che conta è che tiene alta la guardia su alcuni aspetti limite che non possono essere valicati se crediamo agli insegnamenti di Oriana Fallaci e Ida Magli, le due menti più lucide degli ultimi vent’anni.
Quindi, barra dritta e avanti tutta: nell’urna nessuno vi vede, né il papa, per fortuna, né i guardiani del Pud: e allora non abbiate paura, votate di pancia che la testa, ormai, la lasciamo agli imbecilli della massificazione organizzata.