Dito puntato contro l’ipocrisia del Salone del libro di Torino che ha censurato l’editore Altaforte. Ad accusare, ora, è Vittorio Sgarbi. Lo fa con un post su Facebook in cui, provocatorio, chiede: “Gli antifascisti della domenica su questo non hanno nulla da dire?”.
Il punto è che il Salone chiude gli occhi sulla presenza degli Emirati Arabi, “con uno stand generosamente collocato all’ingresso”, anche se nel paese torture, discriminazioni e condanne a morte siano all’ordine del giorno. “Il vero scandalo del Salone – scrive il critico d’arte – non è il libro-intervista di Chiara Giannini al ministro Matteo Salvini”. Sgarbi fa notare come gli organizzatori della kermesse abbiano garantito al Paese sunnita “uno stand generosamente collocato all’ingresso del Lingotto”. E ancora: “Lì vige ancora la pena di morte” e “avvengono gravi violazioni dei diritti umani. Gli antifascisti della domenica su questo non hanno nulla da dire?”.
Nel dettaglio, il paese ospite d’onore del Salone è Sharjah, uno dei sette emirati che compongono gli Emirati Arabi Uniti. Nominata dall’Unesco Capitale mondiale del libro 2019, l’omonima città ha portato ha presentato in questi giorni 57 titoli tradotti per la prima volta dall’arabo all’italiano.