Pagliacciate senza fine. Dice bene Giorgia Meloni: il fascismo è come la par condicio, riemerge come tragedia solo per il tempo della campagna elettorale. E così nel bersaglio grosso ora è finita CasaPound con il suo stabile che parlare il mondo fa.
Un giorno c’è un comunista a chiedere lo sgombero di uno stabile che non è tra le proprietà dell’ingente patrimonio rosso. Poi tocca ai grillini – arrossati pure loro – che vogliono piazza pulita per decisione della Raggi, anche se il Comune non c’entra nulla con il palazzo di via Napoleone III a Roma.
Quel gran genio della Castelli – – Adesso è il turno di quel gran genio della Castelli, viceministro di punta all’Economia per conto di Luigi Di Maio. Che deve aver messo in movimento quel cervello di cui dispone per poi scoprire che l’edificio appartiene al demanio. E quindi lo vendono. Il pomposo piano di privatizzazioni del Demanio per rientrare dal debito pubblico ha bisogno dell’oro alla Patria da parte delle famiglie aiutate da CasaPound. E’ la solita storia: il debito (pubblico) tocca sempre ai poveri pagarlo. Che precipiteranno nell’emergenza abitativa.
Lo Stato ha necessità di far cassa per almeno un miliarduccio di euro. Ovviamente, per recuperare quattrini da quel palazzo bisogna che sia sgomberato. E si ritorna al punto di partenza in un interminabile gioco dell’oca (di cui al famoso passo…).
In un paese in cui uno dei principali problemi sembra sia rappresentato da via Napoleone III, ci si dimentica che le procedure valgono per tutti. E se davvero il bilancio dello Stato ha bisogno dello stabile più conosciuto che ci sia, la trasparenza è un dovere. Come accade per le case occupate, ad esempio, ci sarà un diritto di prelazione per chi ci sta ora? Oppure vale solo per i centri sociali della sinistra che occupano centinaia di spazi pubblici senza che nessuno se ne preoccupi con la stessa intensità?
Diciamo che no, siccome si tratta di CasaPound non ci sarà diritto. Tantomeno di prelazione. Solo attività punitiva da parte dello Stato. Ma se poi lo compra un privato facoltoso e lo affitta sempre a CasaPound, che fanno, glielo impediscono? Ci sarà una clausola che dirà questo sì e questo no? E la chiameranno legalità?
La campagna elettorale finisce
Ad esempio: se io faccio una colletta e trovo i quattrini, come farebbero a vietarmi di affittare al costo che dico io e a chi voglio io una proprietà mia? Semmai dovrebbero ringraziarmi – i compari della Castelli – per averli aiutati a trovare soldi. O li spaccerebbero – pure quelli – per fondi “neri” nel senso della matrice ideologica delle banconote?
Giratela come volete, crediamo che questa storia infinita sia destinata a durare il tempo della campagna elettorale. Perché tra grillini e sinistra si è aperta la gara a chi è più ostile alla destra e in questo gioco cinico CasaPound rappresenta lo scalpo perfetto. Ma ormai siamo all’abuso della credulità popolare. Anche perché non è la sinistra che può decidere chi fa politica e chi no. Ciascuno di noi è libero di avere le proprie simpatie, che non è detto che coincidano con le scelte elettorali. Ma pensare di impedire alle idee di manifestarsi e persino di avere una sede è davvero patetico. Oltre che davvero antidemocratico, cari antifascisti…