Giornalisti censurati a ‘Salone del Libro’, Raimo si dimette

“Ho deciso di presentare le mie dimissioni dal gruppo dei consulenti per proteggere il Salone del Libro di Torino dalle polemiche che hanno fatto seguito a un mio post, pubblicato a titolo strettamente personale”. Così in una nota Christian Raimo. “il Salone del Libro di Torino – sottolinea Raimo – è uno spazio di libertà, di dibattito e confronto di idee, di cultura e di apertura, di molteplicità e democrazia”.

“Con queste dimissioni testimonio il mio sincero e profondo rammarico per una presa di posizione individuale che, ben al di là delle mie intenzioni, potrebbe, ma a nessun costo deve, risultare fuorviante rispetto a ciò che il Salone del Libro è da oltre trent’anni, e vuole essere oggi e in futuro”, conclude.

Mattarella: “giornalisti devono poter lavorare liberi da condizionamenti”

Sulla questione era intervenuta in giornata la sottosegretaria ai Beni culturali Lucia Borgonzoni. “Le accuse di fascismo e razzismo rivolte pubblicamente ad alcuni giornalisti italiani da parte del consulente del Salone del Libro di Torino, Christian Raimo, sono di una gravità inaudita – aveva sottolineato – Esprimo loro la più totale solidarietà e vicinanza. Sto verificando in queste ore con il Ministero dei Beni culturali tutti i provvedimenti del caso, i vertici del Salone, a cui scriverò, facciano altrettanto prendendo innanzitutto le dovute distanze da Raimo. La sua lista di proscrizione – perché di questo si tratta – è una ferita alla democrazia, alla libertà e al pluralismo, oltre che all’immagine internazionale del Salone stesso. Certi radical-chic amano predicare tanto contro le censure da regime salvo poi scagliarsi a gamba tesa proprio contro chi si permette di non pensarla come loro“.  adnkronos