L’intercettazione usata contro Siri non esiste, ma Di Maio pretende ugualmente le dimissioni. Sarà il presidente del Consiglio Conte a intervenire, e costringerà il sottosegretario Siri alle dimissioni. Lo afferma il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, assicurando però sulla tenuta della maggioranza: “Il governo è uno e c’è un contratto. Non si è rotto nulla, per noi va avanti. Vogliamo fare tante cose e in squadra. Mi auguro valga lo stesso per la Lega”.
“Sapevo che non sarebbe stato semplice – prosegue Di Maio al Corriere della Sera -. Non mi delude la Lega, mi impensierisce quando evoca crisi di governo irresponsabili”. Il leader M5s si fida ancora dell’alleato Matteo Salvini, vicepremier e ministro dell’Interno, “meno di chi gli sta intorno”. Il riferimento è “a questo Paolo Arata che avrebbe scritto il programma sull’energia della Lega, che lo propose alla guida dell`Autorità Arera e che, per le inchieste, è il faccendiere di Vito Nicastri, vicino alla mafia. Credo che la Lega debba prendere le distanze da lui e chiarire il suo ruolo, visto che il figlio è stato assunto da Giorgetti”.
Secondo Di Maio, Salvini “deve rispondere ai cittadini, non a noi. Noi abbiamo fatto quello che dovevamo, togliendo le deleghe a Siri. Questo attaccamento alla poltrona non lo capisco. Gli abbiamo chiesto un passo indietro. Continui a fare il senatore, non va mica per strada. Certo che Conte dovrebbe spingerlo alle dimissioni. E lo farà, ne sono sicuro. Deciderà lui come”.
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