Nello Musumeci ha troppa pazienza. Un galantuomo. E solo per questo gli si può “perdonare” la reazione educata – lo stile che ha – nei confronti di un’insegnante “antimafia” che andrebbe cacciata in malo modo.
Nella regione che ha avuto presidenti non certo esemplari, offendere Musumeci come ha fatto una “educatrice” con la nipotina del governatore, è davvero da sanguinari. Da sanguinari detentori della capacità di manipolazione. E gente così dovrebbe avere in mano i nostri figli?
Se accadesse a Zingaretti…
Proviamo ad immaginare che cosa accadrebbe se in una scuola di Roma un professore dicesse ad un alunno che Zingaretti prende voti di mafia. La grancassa partirebbe immediatamente. La Boldrini urlerebbe al fascismo imminente. Saviano ci scriverebbe un libro. Fabio Fazio inviterebbe in tv il fratello del presidente del Lazio/segretario del Pd.
Invece, alla Sicilia tocca un presidente educato che non vuole ritorsioni. E che ha raccontato candidamente quanto gli è successo, che è gravissimo.
Ieri Musumeci ha riunito 80 dirigenti scolastici in regione. All’ordine del giorno il ruolo delicato che hanno gli insegnanti. E ha tirato fuori un aneddoto che ha riguardato la sua famiglia. Musumeci ha una nipotina che va a scuola come tante altre sue amiche. Che in classe ha trovato una insegnante pronta ad impartirle una lezione di storia. Di storia personale. Anzi, di piccineria. “Ma tu sai chi è tuo nonno?”. Certo, ha risposto la ragazza, “è il papà di mio papà”. No, ribatte l’”educatrice”: “Tuo nonno ha preso i voti dei mafiosi“.
Ecco, le vene si gonfiano, bolle il sangue a sapere di questo modo di fare a scuola. Musumeci lo ha saputo dal figlio, a cui evidentemente lo aveva raccontato la ragazza. Il primo istinto del governatore siciliano era stato quello di chiamare la preside, poi ha lasciato stare per non dare l’idea di usare il proprio potere e ha detto alla nipotina di stare tranquilla. “Quell’insegnante, comunque la pensi, merita rispetto da parte tua“.
Sotto scorta da 15 anni – – Ecco, Musumeci è un signore. Ma non ci stiamo e pretendiamo che chi si comporta così non possa più insegnare alcunché. Perché Musumeci vive da 15 anni sotto scorta e non merita villanie del genere. Sia il ministro dell’istruzione a verificare con il presidente della Sicilia chi è questa professoressa zoticona che insulta un galantuomo e la metta alla porta. Il liceo è il linguistico Mario Rapisardi di Catania. Siamo stanchi dell’arroganza ignorante di chi scambia un istituto scolastico per una sezione di partito o un centro sociale.
Questa storia dovrebbe far gridare allo scandalo. Ma siccome il presidente della Sicilia non è di sinistra, metteranno tutto a tacere. Non ci saranno – a parte i giornali locali – corsivi indignati sui quotidiani nazionali. Eppure, sarebbe pane per i denti di Massimo Gramellini sul Corriere della Sera e altri columnist di grido. Qualcuno dovrebbe gridare in Parlamento che non è certo questa “la buona scuola“. Perché quando si arriva a faziosità del genere, poi non si comprende più quali possano essere i confini da non valicare mai.
E’ una storia vergognosa che noi non ci stiamo a far passare sotto silenzio. Mafiosi siete voi.