di Ornella Mariani
Per rinfrescare la memoria dei Buffoni:
“…La sorveglianza dell’immigrazione clandestina attuata anche in mare rientra nella doverosa tutela della nostra sicurezza e nel rispetto della legalità che il Governo ha il dovere di perseguire…”. (Romano Prodi, Presidente del Consiglio, a Ballarò)
Non è una questione manichea tout court: Accoglienza SI; Accoglienza NO.
E’ questione di buonsenso; di rispetto delle proprie identità; di difesa del territorio, se è vero come è vero, che l’Immigrazione ha triplicato il ritorno economico del traffico di droga e decuplicato il crimine, favorendo i soli interessi dei Mazzettari di Sinistra; esaltando l’imbecillità dei Praticanti l’hobby dell’assistenza umanitaria e facendo dell’Italia la Terra Promessa di Delinquenti a vario titolo.
A spese altrui, però.
E di più: il dibattito politico è scivolato nella abiezione della sfida, anticamera dell’anarchia.
I Migranti “salvati” ieri, avrebbero dovuto essere sbarcati in Tunisia, sia per la vicinanza alle sue coste, sia per le disposizioni del Governo.
Infine: Casarini, autore di una gravissima provocazione, avrebbe dovuto essere già arrestato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Al di là di qualsivoglia considerazione sulle attività della Procura competente, che procede verso IGNOTI pur avendo cognizione di quanto costui sia NOTO, domando
1) chi fornisca natanti a questi “Naufraghi”;
2) perché la Sinistra, che pure vanta il contrario, ritenga superato il “rispetto della legalità” e la “tutela della nostra sicurezza” a fronte di eclatanti e quotidiani episodi di illegalità e di insicurezza sociale;
3) quanta gentaglia si stia arricchendo con le generose elargizioni di Soros e quali ragioni abbiano indotto Gentiloni ad accoglierlo con gli onori riservati ad un Capo di Stato;
4) se Paolo Mieli si sia reso conto della enormità della propria dichiarazione, nel legittimare la esemplarità della condotta del Casarini: “ha fatto un gesto per cui vale la pena andare in galera” e se in queste parole possa configurarsi l’apologia di un qualche reato….
5) perché l’arrivo clandestino di ventimila Albanesi fu definito “invasione di barbari”, mentre si millanta comprensione umanitaria per il circa milione di “Risorse” circolanti in Italia, la più parte delle quali delinque impunemente e destabilizza il Paese e le sue Istitizioni.
Per evidenziare il trasformismo, l’ipocrisia e la mistificazione della Sinistra, che bolla come Razzista chi si richiami alle considerazioni prodiane, è opportuno rievocare un evento disinvoltamente rimosso.
I fatti
Ottantatré i Morti e ventisette i Dispersi nel naufragio della Katër i Radës, passato alla Storia come “Tragedia del Venerdì Santo”.
Era il 28 marzo del 1997, quando l’imbarcazione ospitante centoventi Transfughi albanesi entrò in collisione nel Canale di Otranto con la corvetta della Marina italiana Sibilla, impegnata ad impedirle l’attracco sulle nostre coste.
Il Premier era Romano Prodi, contro il quale si abbatterono le censure dell’Alto Commissariato per le Nazioni Unite per la illegalità di un patto convenuto fra Italia ed Albania ed in base al quale si poteva aprire addirittura il fuoco su espatri non consentiti
Gli antefatti.
Crollato il Regime comunista nel 1990, migliaia di Albanesi ripararono in Italia e Grecia fra il marzo e l’agosto nel 1991, avventurandosi da Durazzo su natanti di fortuna.
Dei circa ventimila Clandestini sbarcati a Brindisi, se i nostri Mezzi d’Informazione scrissero che si trattava di una “invasione di barbari”, a margine della Guerra del Golfo, i grandi Opinionisti ed Intellettuali nostrani denunciarono il rischio del “pericolo islamico” dei Migranti, collegandolo all’invasione ottomana di Otranto del XV secolo.
Nel gennaio del 1997 la crisi politica gettò l’Albania nel caos e nella violenza criminale: a fronte della proclamata emergenza del 2 marzo del 1997, con conseguente applicazione del coprifuoco, fu disposta la chiusura dei porti di Durazzo, Saranda e Valona e dell’aeroporto di Tirana.
Le rigorose misure non impedirono, nello stesso mese, un’ondata migratoria che scatenò la reazione ostile della Politica nostrana: l’illuminato Governo di Sinistra, allora, concluse con l’Albania un accordo bilaterale che consentiva alla Marina militare italiana di abbordare qualsiasi imbarcazione albanese circolante in acque ioniche.
A far data dal 3 aprile 1997 si aprì la stagione di caccia dei Migranti diretti in Italia: in cambio del rimpatrio, furono accordati all’Albania assistenza finanziaria, di Polizia e umanitaria.
De jure, fu pertanto varata nel Canale di Otranto l’Operazione Bandiere Bianche.
De facto si trattò di un serrato blocco navale.
Tuttavia, la Katër i Radës, rubata al porto di Santi Quaranta da Criminali che amministravano il traffico di Clandestini e progettata per accogliere nove membri dell’Equipaggio, salpò da Valona alle ore 16 del 28 marzo del 1997 con un carico di centoquarantadue Uomini in fuga dall’inferno albanese.
Verso le successive ore 17 fu, però, avvistata dalla Fregata Zefiro in prossimità dell’isola di Saseno.
Le fu invano intimata la inversione di rotta.
Quindici minuti più tardi, il natante fu avvicinato dalla Corvetta Sibilla che attuò una serie di manovre di allontanamento, alle 18.45 speronando la Katër i Radës e provocandone, con la potenza dell’urto, il ribaltamento e l’affondamento.
Nella notte, i Sopravvissuti furono portati a Brindisi mentre la notizia faceva titolo su tutta la Stampa internazionale.
Il 28 marzo il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite adottò la Risoluzione 1101, che istituì l’Operazione umanitaria Alba: il Governo italiano e seimilacinquecento Unità militari provenienti da Austria, Danimarca, Francia, Grecia, Romania, Slovenia, Spagna e Turchia, furono incaricati di contenere il flusso migratorio.
Nei tre gradi di giudizio, furono condannati entrambi i Comandanti: Namik Xhaferi, per aver disatteso l’ordine di tornare al porto di partenza; Fabrizio Laudadio, per eccesso …. di zelo….
La Corte Europea rivendicò giurisdizione sull’accordo Albania/Italia: poiché l’affondo della nave carica di Migranti avvenne a 56 km dalla costa italiana e a 16 km dalla costa albanese, si ritenne l’Italia responsabile della tragedia, per aver esercitato indebita competenza territoriale.
Al Lettore ogni possibile considerazione.
La falsità della sinistra tutta.appare chiara anche ai ciechi.m non si senza cervello che continuano a votare questi esseri viventi.