A novembre era stato condannato a 8 anni di carcere con rito abbreviato per abusi sessuali su 26 minori. Ma i guai giudiziari per Jonathan Trupia, il maestro di inglese in servizio per poco più di 4 mesi all’asilo dell’Opera Nazionale Montessori di via del Mandrione potrebbero non essere finiti. Perché sul tavolo della procura di Roma, nel frattempo, sono arrivate altre 18 denunce di coppie di genitori, ora al vaglio degli inquirenti, coordinati dal pm Francesca Passaniti e dall’aggiunto Maria Monteleone. Il sospetto è che l’insegnante, originario della Tanzania, possa aver molestato altre bambine nel corso della sua breve docenza nell’asilo, dove era stato assunto nell’ottobre 2017 e licenziato nel marzo 2018, solo in seguito al suo arresto.
GLI ABUSI – Come scrive Carta sul Mattino, Trupia, accusato di abusi su 26 bambine, aveva ammesso le sue colpe. «Chiedo perdono ai piccoli e ai loro genitori», aveva detto in aula, prima della condanna disposta dal gip Elisabetta Pierazzi, lo scorso 22 novembre. Ma la lista delle vittime potrebbe ora essere più lunga, se dovessero trovare riscontro i racconti delle altre 18 coppie di genitori, spinti a denunciare dalle testimonianze dei loro figli, tutti allievi del giovane maestro di inglese. Un ragazzo brillante, ma dal curriculum oscuro, o comunque non di alto livello.
L’INGAGGIO
Nato in Tanzania, nonostante non fosse in possesso di una laurea, il 25enne Trupia era stato assunto presso l’istituto scolastico dell’opera Montessori, grazie ad un certificato di abilitazione all’insegnamento della lingua inglese conseguito attraverso un corso intensivo di 120 ore, svolto presso un istituto privato, con sede a Pukhet in Thailandia. Subito dopo l’arresto, in più occasioni, i genitori degli alunni avevano chiesto chiarimenti all’istituto scolastico sottolineando la leggerezza che avrebbero portato al reclutamento del giovane maestro.