Romano Prodi rilancia sull’Espresso in edicola da domenica 17 marzo la sua proposta: appendere nelle case la bandiera dell’Europa il 21 marzo, l’inizio della primavera. L’idea è partita in sordina, adagio adagio com’è nello stile del Professore, ma poi è decollata, ha raccolto il consenso di associazioni laiche e cattoliche, di numerosi sindaci del centro-sinistra, da Beppe Sala a Leoluca Orlando, ma anche del centro-destra.
Sentivo il bisogno di un momento che scaldasse i cuori e che non fosse di parte, perché l’Europa è di tutti gli italiani. I gruppi dirigenti politici, economici, intellettuali hanno pensato che l’Europa fosse stata conquistata una volta per tutte. Invece non era così. E questa errata convinzione ha messo a rischio la democrazia liberale in alcuni paesi. Oggi la democrazia è di fatto esclusa in Polonia e in Ungheria ed è fortemente minacciata in Italia».
E ancora: “spero che alla guida della futura Commissione non sia chiamato un politico di secondo piano, ma un leader vero che conosce il mondo: Angela Merkel, ad esempio. Potrebbe essere lei la nostra Thomas Becket: da uomo di potere alla corte del sovrano a vescovo convertito. Era considerata la custode degli interessi nazionali della Germania e la nemica dell’Europa, oggi ne può incarnare lo spirito”.