La politica ha ormai lo sguardo rivolto alle elezioni europee del 26 maggio. Ma come si presenta la situazione in previsione dell’appuntamento con cui si delineerà il nuovo organigramma di Strasburgo?
Lo sbarramento – -La normativa elettorale per le “Europee” prevede uno sbarramento del 4 per cento, soglia più alta dello sbarramento italiano per le politiche. E qui scatta la prima considerazione. Stando così le cose, e considerati i soliti immancabili sondaggi, in questo momento solo 4 partiti sembrerebbero avere i numeri per eleggere qualcuno al parlamento europeo: il M5S, la Lega, il Pd e Forza Italia. A questi, con un andamento ottimale dei consensi, potrebbe aggiungersi Fratelli d’Italia.
Chi rischia – – Secondo una analisi condotta dal Sole 24 Ore altri assembramenti come +Europa (alleato di Centro democratico), Mdp, Sinistra italiana, Noi con l’Italia, Udc, Civica popolare, Psi, Verdi e Possibile potrebbero rimanere a bocca asciutta. La stessa Rifondazione comunista, che attualmente può fregiarsi di un eurodeputato, rischia parecchio, non avendo per altro alcun esponente nel parlamento nazionale.
La strada per questi partiti è dunque obbligata, e consiste nel chiedere la candidatura di loro rappresentanti in uno dei partiti più grandi, oppure coalizzarsi con altre entità politiche per superare il baluardo del 4%. (notizie.tiscali.it)