Il passaggio di consegne dagli attuali europarlamentari a quelli che saranno eletti a fine maggio potrebbe avere degli effetti collaterali su una serie di emergenze e crisi aziendali. E’ quanto sostiene Politico, autorevole quotidiano di Bruxelles che riporta spesso i retroscena delle lotte di potere interne all’Ue. E dalle parti del Parlamento, c’è chi avanza il sospetto che l’accusa nasca proprio da dinamiche di questo tipo. Ma andiamo per ordine.
In una lettera visionata da Politico, il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, avrebbe chiesto alla Commissione di sospendere “ogni richiesta di utilizzo del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione e del Fondo di solidarietà dell’Ue dal primo marzo a inizio luglio 2019”. Si tratta delle risorse straordinarie che Bruxelles può stanziare per far fronte a licenziamenti di massa, dovuti alle aziende che delocalizzano la produzione dove costa meno, o a disastri naturali come terremoti e alluvioni. Il governo italiano, per esempio, ha chiesto le risorse del Fondo di solidarietà per co-finanziare le operazioni di emergenza e le successive attività di ricostruzione nei territori colpiti dalle violente alluvioni dello scorso autunno.
Nella lettera, che Tajani ha inviato a Jean Claude Juncker, l’esponente di Forza Italia ricorda che “a causa del periodo elettorale e della preparazione post-elettorale della nuova legislatura, il Parlamento europeo non terrà alcuna sessione plenaria tra il 18 aprile e il 30 giugno 2019”. Un assist per l’amara ironia del giornalista Florian Eder, che spiega: “Incidenti, inondazioni e terremoti sono pregati di non verificarsi fino a quando non subentrerà il prossimo Parlamento”. “Aziende, per favore, evitate di chiudere le fabbriche nell’Ue almeno per ora”, si legge sulla tradizionale newsletter mattutina della testata di Bruxelles.
“Tutti i parlamenti del mondo funzionano così”, fanno sapere dall’Eurocamera. I piani alti dell’Europarlamento assicurano inoltre che in caso di calamità naturali il fondo sarebbe tranquillamente attivabile a prescindere dall’ok degli eurodeputati.
In realtà, le procedure di attivazione di entrambi i fondi prevedono anche un voto del Parlamento europeo, oltre che del Consiglio, in quanto autorità delegata al controllo del bilancio comunitario. Ma tanto le procedure di stanziamento del Fondo di solidarietà quanto quelle di attivazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione prevedono una serie di valutazioni tecniche della Commissione. Le richieste di fondi, come quella arrivata da Roma per far fronte ai danni delle alluvioni del 2018, rimangono per mesi sui tavoli della Commissione e passano dal Parlamento solo per l’approvazione finale.
I tempi delle elezioni non dovrebbero quindi ritardare per più di qualche mese le risorse per emergenze e crisi aziendali, che richiedono comunque tempi lunghi. “Noi siamo a disposizione 24 ore su 24, 7 giorni su 7”, fanno sapere dalle parti della Commissione, come a voler rimarcare la distanza con l’istituzione più popolare di Bruxelles. I portavoce di Juncker hanno comunque preferito non rilasciare alcun commento sui contenuti della lettera pubblicati dalla stampa.