I genitori dell’ex premier Matteo Renzi restano agli arresti domiciliari: il gip di Firenze, Angela Santechi, ha infatti confermato il provvedimento per Tiziano Renzi e Laura Bovoli. La decisione è stata presa dopo l’interrogatorio di garanzia dei due, accusati di bancarotta fraudolenta e false fatturazioni. Sono stati depositati degli atti di indagine “compiuti prima dell’interrogatorio e sui quali non ci siamo potuti difendere”: è stato il primo commento dell’avvocato Federico Bagattini. Già martedì la Procura di Firenze aveva dato un parere negativo alla revoca per gli arresti domiciliari presentata dal legale a causa del rischio di reiterazione del reato.
Le accuse della Procura – In sostanza, ai genitori dell’ex premier vengono contestate fatture false e gonfiate per circa 250mila euro. Ad emetterle sarebbe stata la “Marmodiv”, una delle cooperative coinvolte nell’inchiesta. La “Marmodiv”, per la quale è stato chiesto il fallimento a ottobre, sempre secondo l’accusa, sarebbe stata utilizzata per “alleggerire” degli oneri previdenziali e fiscali la società della famiglia Renzi, la “Eventi6”. Secondo i pm inoltre la “Marmodiv”, che distribuisce materiale pubblicitario della “Eventi6”, “con il consenso del committente, ha sistematicamente destinato, fin dall’origine, al macero una parte del materiale pubblicitario affidatole per la distribuzione”.
Sempre secondo l’accusa, i coniugi Renzi sarebbero gli amministratori di fatto di questa cooperativa, come lo sarebbero stati di altre due cooperative già fallite: la “Delivery Service” e la “Europe Service”. La prima venne costituita nell’aprile 2009 da 10 soci, sei dei quali residenti a Rignano sull’Arno (Firenze). La Delivery venne poi abbandonata e fatta fallire. Da lì è partita l’inchiesta che ha portato alle misure cautelari. Stesso destino ha avuto la “Europe Service” e la stessa fine sarebbe toccata alla “Marmovid”.