Valeria Di Corrado per “il Tempo”
I genitori albanesi li hanno mandati in Italia per offrire loro un futuro migliore. Il Comune di Roma li ha accolti a proprie spese pensando si trattasse di minori abbandonati. A guadagnarci un dipendente Alitalia, S.B., e il figlio adottivo, A.R., anche lui originario dell’ Albania.
Sfruttando la scontistica prevista per i lavoratori della compagnia aerea italiana e i loro parenti, hanno portato in volo a Roma una ventina di bambini dal 2014 al 2016, chiedendo ai loro familiari il pagamento di una somma che si aggirava tra i 7 00 e i 1. 000 euro.
Ora i due sono a processo davanti al Tribunale di Roma con l’ accusa di truffa. Secondo il pm Marcello Cascini, infatti, i viaggi venivano effettuati con biglietto Alitalia gratuito «in quanto dichiaravano falsamente a tale compagnia che A.R. era figlio del dipendente Alitalia S.B».
Anche se quest’ ultimo ha dimostrato di aver legalmente adottato A.R., che quindi risulta a tutti gli effetti suo figlio. La seconda parte della truffa ipotizzata dalla Procura si concretizza nel fatto che i due imputati «richiedevano ai Servizi sociali del Comune di Roma l’ assistenza dei minori – falsamente di chiarati abbandonati, nonostante la presenza dei genitori esercenti la potestà genitoriale nel proprio Paese presso svariate case -famiglia».
Così facendo «inducevano in errore il Comune di Roma, che prendeva in carico i minori, pagando – si legge nel capo d’ imputazione tutte le spese di vitto, alloggio, abbigliamento ed educazione alle comunità in cui venivano rispettivamente ospitati. Il Comune, dunque, subiva un danno patrimoniale di rilevante gravità: pari a 85 euro al giorno a minore, per svariati anni ciascuno». Dall’ altro lato, i bambini – secondo l’ accusa hanno ricavato «l’ ingiusto profitto di ottenere in seguito, di fatto fraudolentemente, il permesso di soggiorno».
Sarebbero circa una ventina i ragazzini che hanno usufruito di questi viaggi gratuiti dall’ Albania a Roma. Alcuni di loro sono tornati nel proprio Paese, dopo un breve periodo; altri erano già maggiorenni. Nell’ elenco dei nomi individuati dalla Procura ci sono dieci minori, che all’ epoca dei fatti avevano un’ età compresa tra i 9 e i 17 anni. I due imputati sono accusati anche di sostituzione di persona, perché spesso si presentavano presso le comunità che avevano preso in affidamento i minori, come loro parenti.
In un’ intercettazione ambientale del 24 agosto 2016, A.R. è stato colto in flagrante mentre parlava con un suo amico jugoslavo di soldi: «Eh guarda che qui non si put) andare avanti senza qualcosa… lo sai che ste cose vanno così. Tu digli a papà 700.. quello.. che poi al resto ci penso io». L’ altro gli risponde: «Eh.. pert) guarda, fratè, che così sembra troppo… cioè questi mi dicono costa un sacco, dove li trovamo. Non se po fa un po’ di meno? Eh… mica senza…no, ti volevo dì… comunque il viaggio lo fanno». «Sì vabbè, lo famo lo stesso. Pert) li devono portà… che poi quando arriviamo li porto da zio», precisa il figlio adottivo del dipendente Alitalia. L’ amico gli chiede chiarimenti: «Ma vanno a Milano… cioè quando che arrivano vanno dove? Perché io sapevo che poi si andava tutti in una casa prima… e poi boh… arrivamo co’ Alitalia? O andiamo con la nave?». «Dipende da quanto c’ abbiamo».
«Il fatto che ci siano intercettazioni in cui si parla di corresponsione di somme, dimostra che c’ è stata una richiesta di denaro da parte dei due imputati – spiega il loro difensore, l’ avvocato Guido Settimj – Durante il processo, pert), bisognerà di mostrare quali fossero le loro reali intenzioni e se si possa davvero parlare di condotta penalmente rilevante». Il Campidoglio si è costituito parte civile nel processo, che ha preso il via martedì scorso. E stato il sindaco Virginia Raggi a firmare personalmente la procura specia.