Europarlamento, Conte: per chi mi ha attaccato è il canto del cigno

“Me li aspettavo, gli attacchi. Non prevedevo la scompostezza, le falsità. Ho avuto l’impressione che per alcuni parlamentari europei, il discorso di martedì sia stato un po’ il canto del cigno”, così il premier Giuseppe Conte in un’intervista con il Corriere della Sera.

“Il mio è un governo che esprime il cambiamento in atto in Italia e in Europa. Per questo mi hanno attaccato. Molti di loro sanno che non verranno rieletti. Sono figli di forze con una vecchia ispirazione. Il nuovo vento li spiazza. Ma dispiace solo che per colpirmi siano ricorsi a falsità, tipo che facciamo morire i bambini africani in mare o che difendiamo il venezuelano Nicolás Maduro”.

“Chi parlava – si legge su Repubblica sullo stesso tema – apparteneva alle vecchie famiglie politiche e quindi si scagliava contro il vento nuovo. Ho allora aspettato a reagire per rispetto istituzionale, poi ho risposto pan per focaccia” perché era necessario replicare “a nome di tutti gli italiani, perché io lì rappresentavo l’Italia. Hanno insultato me e attraverso di me tutto il nostro Paese. Non potevo accettarlo”.

“Nei quaranta minuti del mio intervento ho cercato di far capire lo stato di crisi dell’Unione Europea e di indicare le strategie per uscirne. Sono stato critico e costruttivo – prosegue sul Corsera – Loro, invece, no. Doveva essere la loro vetrina, ma non l’hanno occupata bene”.