Presidente della Sierra Leone: il flagello degli stupri è emergenza nazionale

FREETOWN (Sierra Leoone) – Il brutale stupro di una ragazza da parte di suo zio ha spinto il presidente Julius Maada Bio a dichiarare il problema della violenza sessuale “un’emergenza nazionale.”

Una bambina di cinque anni, la cui identità è stata tenuta segreta per preservare la sua sicurezza, è rimasta paralizzata dalla vita in giù dopo che un parente di 28 anni l’ha violentata un anno fa, schiacciandola. “Potrebbe non camminare mai più, e voglio vendetta per quello che è successo”, ha detto la nonna a Reuters, seduta accanto alla ragazza sulla sedia a rotelle, in una clinica medica di Freetown. “L’uomo che le ha rovinato la vita e merita di passare la sua vita in prigione”.

Lo stupro è uno dei tanti rimasti impuniti in Sierra Leone, dove fino ad ora i reati sessuali hanno portato ad una pena massima di 15 anni di carcere e pochi casi sono stati perseguiti con successo. Dopo mesi di campagne da parte degli attivisti, il presidente ha dichiarato un’emergenza nazionale e ha affermato che i condannati per reati sessuali contro i minori devono passare la vita in prigione.

“Alcune delle nostre famiglie praticano una cultura del silenzio e dell’indifferenza nei confronti della violenza sessuale, lasciando le vittime ancora più traumatizzate”, ha detto Bio alla folla alla State House. “Noi come nazione dobbiamo alzarci e affrontare questo flagello”.

Secondo le statistiche della polizia, i casi segnalati di violenza sessuale sono quasi raddoppiati lo scorso anno e sarebbero oltre 8.500, un terzo dei quali riguardava un minore. Gli attivisti, tra cui First Lady Fatima Bio, affermano che le cifre reali sono molto più alte in quanto la maggior parte dei casi non viene mai riportata.

La violenza di genere è tradizionalmente considerata un argomento tabù in Sierra Leone. Solo 12 anni fa, il parlamento ha approvato le sue prime leggi sull’uguaglianza di genere in 46 anni di indipendenza, in seguito agli sforzi da parte dei gruppi per i diritti delle donne. L’attuazione di queste politiche è stata lenta e le forze dell’ordine sono state ostacolate da risorse inadeguate, promuovendo una cultura dell’impunità.

A dicembre, una donna ha guidato una manifestazione nella capitale per sensibilizzare sul problema e da allora ha lanciato la sua campagna “Hands off our girls” per aumentare la consapevolezza della violenza contro le ragazze in tutta l’Africa occidentale.

La dichiarazione del presidente che ha parlato di “emergenza nazionale” è considerata un passo nella giusta direzione, ma attivisti come Fatma Sorie dicono che il progresso deve continuare. “Abbiamo fatto un grande passo oggi, ma questo è un problema molto complesso che richiederà soluzioni complesse e continue”, ha affermato.

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