Il sindaco di Macerata Romano Carancini nega ogni possibilità di commemorazione ufficiale ad un anno di distanza dal terribile massacro subito da Pamela Mastropietro. “Domani non ci sarà nulla. L’amministrazione comunale non organizzerà nessun evento correlato alla data. Credo che questo debba essere il compito della comunità rispetto al ricordo di Pamela”. Le parole pronunciate dal primo cittadino in un’intervista rilasciata ad “Adnkronos”, riportate da “Il secolo d’Italia”, stanno ovviamente scatenando le reazioni indignate di quanti si sarebbero invece attesi un messaggio forte da parte delle istituzioni locali.
Dopotutto si parla di una ragazza barbaramente seviziata, stuprata, uccisa e fatta a pezzi da un branco di nigeriani privi del minimo senso di rispetto, pietà ed umanità, persone che certo non sarebbero da tutelare dietro un silenzio imbarazzante. Ma probabilmente non è così per tutti, non per il sindaco del Pd, che si era preso qualche giorno per riflettere sul da farsi. Ora arriva invece la decisione che lascia attoniti i suoi concittadini e tutta l’Italia che ancora chiede giustizia per quella barbarie, che pretende che lo Stato intervenga per garantire che a tutti i costi non accadrà mai più nulla del genere. La reazione attesa non c’è stata. Solo il silenzio, un chiassosissimo silenzio.
“Ho chiesto al presidente del Consiglio comunale di introdurre all’interno della prossima sessione, probabilmente lunedì, un confronto tra tutti. Voglio che se ne parli in Consiglio in quanto è simbolo della comunità maceratese. Al di là della vicenda storica, del fatto in sè occorre misurarsi sul cosa abbiamo fatto, come siamo cambiati, che tipo di impegno ci siamo assunti, dove vogliamo andare”.
Parole che si susseguono senza il senso che tutti i maceratesi, probabilmente, si attenderebbero. “Questo territorio dalla vicenda di Pamela si è guardato dentro, ha modificato il proprio atteggiamento sotto tanti punti di vista puntando ad un lavoro di squadra, ad una sorta di riflessione collettiva, coordinando repressione e prevenzione attraverso il coinvolgimento delle istituzioni e delle scuole, la cui partecipazione attiva è stata ed è decisiva per quanto riguarda temi quali droga e violenza”.
Ma le parole più sconvolgenti, quelle che dovrebbero racchiudere la reale motivazione del silenzio delle istituzioni locali, sono quelle successive. “Vorremmo anche smontare l’equazione tra immigrazione e droga. Si stanno scoprendo traffici che coinvolgono anche gli italiani, l’ultimo miglio dello spaccio”. Dunque il buonismo arriva anche fino a questo. Pur di non colpire i responsabili, rischiando di ricordare che sono extracomunitari, meglio il silenzio. Dopotutto, conclude il sindaco, “l’attacco solo nei confronti dell’immigrazione non è un dato vero fino in fondo”.